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STORIA DEL SARTO MANDORLINI CHE NON RIESCE A CUCIRE L’ABITO CHE LO CONVINCE

La Juve non è un test attendibile, ma il Palermo sì. E contro il Palermo, il Verona ha giocato la solita gara incomprensibile. Bene all’inizio, poi pauroso, poi impacciato, infine nuovamente in attacco. Incomprensibile appunto. La sfiga invece ci vede benissimo e ha colpito nuovamente Jacopo Sala, un ragazzo che per questo Verona è diventato pedina troppo importante.

Ma quella che dobbiamo analizzare è appunto la mentalità. Perchè il Verona una gara sì e una gara no ci costringe a parlare degli stessi argomenti? E’ sufficiente dire, come ha spiegato Mandorlini che si è cambiato tanto? Secondo me no, altrimenti avrebbe una valenza anche l’analisi di Iachini che ha detto, giustamente, che nel Verona ci sono sei giocatori che hanno giocato il mondiale. E poi per dirla tutta: come mai il Verona andava meglio all’inizio del torneo che non oggi?

Io credo, piuttosto che il Verona culli l’idea anche inconscia, di poter gestire la gara, di poterla portare a casa, di un punto che comunque fa classifica. Invece, questo campionato è strano e ti costringe sempre a giocartela. E questo fa incazzare. Perchè, la verità è che quando il Verona gioca a viso aperto, quando la gara è di quelle “da non sbagliare”, solitamente la vince.

Ed allora perchè non essere un po’ più spregiudicati, più liberi nella testa, più vogliosi di conquistare gli spazi e meno timidi, meno condizionati dai movimenti difensivi, dalle diagonali? Troppe volte ho visto gli avversari messi alle corde e rianimati dal nostro atteggiamento. Prima li facciamo palleggiare, concediamo il possesso palla, li facciamo giocare nella nostra metà campo, poi ce li tiriamo in area e lì, zac, uno dei nostri commette l’errore fatale.

Questo è quello che è sempre successo quest’anno, soprattutto tutte le volte che siamo andati in vantaggio per primi. Come se dopo il gol la squadra si spegnesse per riaccendersi quando ormai è tardi o, a volte per crollare come fu a Napoli. Trovo strano anche che Mandorlini continui a variare gli interpreti. Non capisco perché cambiare la squadra che aveva fatto bene, se non benissimo con l’Atalanta. Continuare a ritenere Saviola un peso e non una risorsa mi pare un errore.

L’argentino non è solo un bel suppellettile, ma è prezioso proprio a livello tattico, dando riferimenti al centrocampo, alle ali e soprattutto a Luca Toni con cui parla la stessa lingua tecnica. Mandorlini ha scucito e ricucito questo vestito tante volte, ma, quando finalmente ha trovato la quadratura, lo ha voluto un’altra volta ricucire, come se lui in cuor suo non fosse ancora convinto di come è venuto l’abito. E questo ci impedisce di vedere un Verona che affronti il campionato con un minimo di continuità e senza patemi d’animo.

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