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LA BABELE DELLE LINGUE EUROPEE

Il presidente Napolitano è ottimista. Ha ammesso che l’Unione europea sta attraversando una crisi senza precedenti, ma si è detto convinto che la supererà e che si arriverà all’obiettivo finale: l’unita politica dell’Europa.
Non bastasse la sciagura dell’unita monetaria, manca solo l’esito finale – cioè esiziale – dell’unità politica. Che significherebbe imporre leggi, regole, comportamenti comuni. Significherebbe cancellare le diversità, le radici, l’identità dei singoli popoli. Sarebbe l’unità degli zombie.
E’ inaudito che i politici europei che perseguono questo ideale siano così ignoranti da ignorare anche la cosa fondamentale: la lingua. Perchè gli Stati Uniti d’America sono uniti, come dice il nome? Perchè in cinquanta stati ed oltre, e fin dalla nascita degli Usa, si parla una sola lingua comune, l’inglese.
Mentre da oltre venti secoli in Europa vige la babele delle lingue. I 27 stati dell’Ue parlano – anche oggi – 27 lingue diverse. La lingua è l’esito evidente di secoli e secoli di cultura, tradizioni, usi e costui diversi che hanno prodotto una diversità, un’identità che, se la cancelli, cancelli anche i popoli.
La lingua è specchio del carattere di un popolo. Non vorrei essere nazionalista, ma nessuna lingua mi sembra dolce, armoniosa, musicale come l’italiano. Che sia per questo che abbiamo la miglior qualità della vita? Il tedesco è duro, gutturale, con una sintassi ferrea: è come sono tedeschi. (E come non saremo mai noi). Gli inglesi squittiscono, è una lingua da topolini. Che sia per questo che sono stati i primi a realizzare quel trasporto pubblico per ratti che sono le metropolitane?
Al di là delle battute, quando tanto tempo fa studiai linguistica all’università (dove c’erano colossi della cultura, non travet del posto fisso…) mi insegnarono che la grande famiglia delle lingue indoeuropee aveva sì alcune caratteristiche comuni (chiaro che siamo tutti esseri umani) ma c’erano due lingue completamente diverse, estranee all’indoeuropeo: la prima l’ungherese, e la seconda? Il sardo! Come dire che è meno folle pensare all’unità politica con gli indiani che con gli ungheresi o i sardi!…
D’altra parte com’è pensabile anche solo la nostra unità politica con quelle popolazione del nostro Meridione che 25 secoli fa erano già all’apice della cultura con la Magna Grecia quando noi settentrionali dovevamo ancora scendere dalle piante? Eravamo ancora barbari come i galli o i germani o gli angli…
Gli italiani del Nord e del Sud morti assieme nelle trincee della Grande Guerra stentavano a comunicare, perchè parlavano due lingue diverse reciprocamente poco comprensibili.
Napolitano, in Friuli, nell’esaltare le magnifiche sorti e progressive dell’Unione europea, ha voluto rendere omaggio al loro sacrificio. Ma quelle persone morirono per un ideale, che magari nemmeno conoscevano ne condividevano, ma che era chiaro: Italia libera dallo straniero, unita e sovrana. Sottolineo sovrana.
La sovranità monetaria è stata ceduta senza nemmeno l’avvallo di un referendum popolare. L’unità politica dell’Europa sarebbe il massimo oltraggio alla memoria di chi morì per un’Italia libera e sovrana.

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