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CON L’ISIS “A SUD DI ROMA”

Un fine settimana drammatico, con il terrorismo islamico a colpire nel cuore dell’Europa da Parigi a Copenaghen. Con un odio inaudito come dimostra la profanazione di centinaia di tombe ebraiche nel cimitero francese di Sarre-Union
Ma il Paese europeo oggi più esposto è certamente il nostro. Siamo l’unico ad avere il califfato libico di fronte al mare, con le bandiere dell’Isis che sventolano su Tripoli. E loro, i terroristi, sgozzano una ventina di ostaggi e ci avvertono nel video: “Siamo a sud di Roma e la conquisteremo!”
Piccola domandina: chi ci difende? Non certo la Guardia costiera, la nostra marina militare che cala le braghe di fronte a quattro scagnozzi i quali, a mitra spiegati, intimano di restituire il barcone. E i nostri militari obbediscono buoni buoni…Una dimostrazione di impotenza e sottomissione senza uguali.
Il quadro è ormai chiaro e riconosciuto da tutti. Sono i miliziani dell’Isis che gestiscono gli imbarchi dalla Libia: ne arrivano da noi migliaia ogni giorno. Ce ne sono duecento mila pronti a partire. Tutti profughi in cerca di salvezza? O tanti pronti a minacciare la nostra salvezza e sicurezza?
Il problema è scegliere tra Triton e Mare Nostrum o capire chi arriva per garantire la sicurezza degli italiani? Qual è la priorità?
Renzi esclude un intervento armato senza l’Onu. Angelo Panebianco, il più autorevole editorialista del più autorevole quotidiano, domenica ha posto una domanda precisa: “Riusciremmo a intercettare e a neutralizzare un eventuale missile proveniente dalla Libia? Dovremmo chiedere al ministro competente e ai vertici delle forze armate di spiegare agli italiani quali siano le nostre possibilità di difesa”.
Naturale aspettarsi che oggi il ministro della Difesa o il presidente Mattarela, comandante in capo delle forze armate, rispondessero. Invece silenzio assoluto.
Un silenzio rotto dai parlamentari che – come studenti col supplente in aula – litigano, schiamazzano e fanno a pugni, per cosa? Per il regolamento delle Camere!…
Inevitabile pensare ai famosi dotti bizantini che, con i turchi sotto le mura di Costantinopoli, discettavano e litigavano sul sesso degli angeli.

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