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I Don Abbondio e i DRAGHI

Premetto che non si tratta di un Topic di economia.
Non ho fatto la Bocconi, anzi quel po’ di titoli di studio li ho conquistati, quelli sì a (pezzi) e … bocconi.
Ma i giornali li so leggere e mi sono reso conto di almeno due cose:
1) che basta dare un’occhiata alla tribolata biografia di Draghi, mio coetaneo, per capire che “l’italiano”, come veniva chiamato (sottovoce) tempo fa è una persona dalle qualità non comuni;
2) che “la culona” Angela Merkel, come è stata a suo tempo definita da alcuni sicuri, sicurissimi “gentlemen” della politica nostrana, ha a rara dote di essere una vera leader europea “facendo un passo laterale” e permettere a Draghi di far approvare l’enorme finanziamento a medio termine, per salvate economicamente l’Europa con l’ultimissimo treno.
Tralascio i commenti beoti dei vari “vaffanculeggiatori e testacazzisti” che purtroppo abbondano nella politica di casa nostra e che diranno che “tanto i soldi non sono suoi” (di Draghi), convinti che in quelle circostanze “boni tuti”.
Neanche la Sacra Sindone è sufficiente come pietoso velo a coprire la loro demenza.
E Don Abbondio?
E’ solo il primo esempio contrario che mi è venuto in mente.
A scuola, anche quella dei miei tempi, se non hai professori adeguati, figure “archetipe” come il Don Abbondio, scivolano gravemente nella noia.
Io ho avuto la fortuna di avere insegnanti di letteratura buoni o ottimi.
E l’indimenticabile Prof.ssa FEDI, una tosta toscana, alla faccia dei programmi ministeriali, si fermò per settimane, non tanto sui capitoli dei Promessi Sposi, quanto a sottolineare in ogni loro sfaccettatuta i PERSONAGGI di quel notevole romanzo.
E Don Abbondio, il prete che si rifiuta di sposare Renzo e Lucia dopo la minaccia dei “bravi” sul “matrimonio che non s’ha da fare”, farà l’immortale affermazione “…uno se il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare…”.
Una frase, un concetto, che in sè parrebbe anche bonario e di buon senso, ma che in realtà ha forgiato fino a…domani, schiere e schiere di politici, di boiardi di stato, insinuandosi perfino nella classe imprenditoriale, trasformandola in una poltiglia melmosa.
Fortunatamente con parecchie ottime eccezioni.
Ho ripassato pazientemente un lungo tratto della mia vita, penso con cruda onestà, da quando ho avuto nelle mie mani la responsabilità di altre, talora molte, persone.
Ho trovato almeno tre, quattro decisioni di “coraggio”, giocandomi la reputazione, un atto inizialmente titubante e tremolante poi concluso con dignità (credo), e UNA decisione “alla Don Abbondio” che è quella che pesa e talora offusca tutte le altre.
E così, pur sapendo di non essere un “drago”, so comunque di non essere neanche un “quaquaraquà”.
Ad maiora guys.

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