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LA SVOLTA DI SETTI E GARDINI

Anche i Richelieu hanno un’anima. E’ sbiancato Giovanni Gardini l’altra mattina in sede quando gliel’hanno detto. Anche i “cardinali” sbottano, s’incazzano, tremano di fronte a un sopruso. Ansia, angoscia, impotenza: capita anche a chi ha fatto di un self control ai limiti dell’algidità la sua cifra stilistica. Cuore a duemila, groppo in gola e una prima sensazione di smarrimento. Ma come, due anni di lavoro buttati nel cesso per colpa di una negligenza (chiamiamola così) di tre ispettori federali? Ma come, si sarà chiesto il dg, da quando sono qui mi sbatto per riproporre il Verona a Palazzo con tutti i crismi del caso, a costo anche di qualche occhiataccia dei puristi, e poi tre burocrati zelanti del nulla mandano tutto in malora?

Metteteci anche il divieto alla trasferta di Napoli deciso 24 ore prima e potete capire cosa balenava per la testa dei dirigenti del Verona. Frustrazione, amarezza, senso di accerchiamento per le due ingiustizie a stretto giro. Gli stessi sentimenti della piazza. Gardini così si è trovato tra due fuochi. Da un lato i rapporti, le relazioni, il doroteismo del “nemici mai” di cui ha fatto un caposaldo esistenziale, convinto come fosse l’unica via possibile per ottenere il risultato. Dall’altro la rabbia sacrosanta dei tifosi. Gardini non ha avuto dubbi, troppo grossa ‘sto giro  l’angheria perpetrata. Troppo anche per lui, vecchio lupo di mare delle stanze dei bottoni. Così il nostro si è allentato il nodo della cravatta impeccabile fin dalla culla, ha smesso il gessato di alta sartoria e la camicia perfettamente  stirata, ha abbandonato i panni del “politico” ed è sceso in trincea a combattere in prima linea per difendere il fortino: cioè il Verona, l’identità e la sua diversità. Ed ecco dunque il “SOLI CONTRO TUTTI” del comunicato stampa, quello stesso “soli contro tutti” abiurato da Setti più di due anni fa nella conferenza stampa d’insediamento.

Non è un dettaglio. Non è una quisquìlia. E’ la fine di una politica: quella del Palazzo, di Milano (Lega Calcio) e di Roma (Figc) prioritari rispetto alla propria gente. E la fine di un’era: quella del compromesso sempre e comunque, dell’immagine a tutti i costi. E’ la svolta. Sai che vi dico? Spero riaprano la curva, per crederci ancora in un po’ di giustizia in questo calcio di merda;  intanto però forse abbiamo trovato una dirigenza in tutto e per tutto. Benvenuto tra noi, mister Setti!

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