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NEBBIE DI PRIMAVERA (SETTI, SOGLIANO, TONI…)

Mandorlini che saluta la curva interista e guadagna il tunnel degli spogliatoi dopo il deludente 3-0. Sogliano e Toni, le persone più importanti per i risultati del Verona, costretti a non poter promettere la loro permanenza in gialloblu. “Vedremo – dirà il bomber a Giovanni Vitacchio a fine partita – dipende da chi va e chi resta” (confermando le mie preoccupazioni di giovedì al ‘Vighini Show’, quando avevo smentito la vulgata secondo la quale “o smette, o resta al Verona” che esclude a priori altre possibilità). “Vedremo”, dirà il ds ad Andrea Spiazzi, nel parcheggio fuori la sala stampa, dove il collega lo ha raggiunto ormai a tarda sera.

Entrambi, nonostante le sirene altrui, vorrebbero rimanere al Verona, ma ancora non conoscono i programmi societari e attendono segnali da Setti. Segnali che per ora non arrivano, con il presidente anzi che prende tempo parlando poco e parlando d’altro (“internazionalizziamo il brand”). Per il resto silenzio, un silenzio enigmatico, che alimenta dubbi anziché dissiparli. L’impressione è che sia un silenzio di “distacco”, di “disamore” (ammesso che Setti sia mai stato “innamorato” del Verona), segno di un filo di stanchezza e di “disimpegno” (non operativo, ma programmatico). Setti vende? Setti ridimensiona e va avanti al piccolo trotto (contratti annuali) e chi ci sta ci sta? Setti, smentendoci, invece riazzera tutto e riparte con altri collaboratori e nuovi più ambiziosi programmi?

Alla salvezza sicura mancano due-tre punti e l’indolente, pigra e incostante squadra di Mandorlini (scrive bene Luca Fioravanti, “montagne russe”) saprà farli, perché ha un calendario abbordabile (Sassuolo e Udinese in casa, Parma alla penultima) e perché quando ha il pepe al sedere si trasforma, capace anche dell’impresa (derby e Juve sono tappe da segnare). Quindi ribadisco quanto già scritto venerdì: Setti sciolga i dubbi e cominci a pensare al futuro, altrimenti il rischio è di perdere uomini di valore, dirigenti e-o attaccanti che siano. Lo diciamo senza allarmismi, ma le cose del calcio corrono veloci. Ripartiamo da Sogliano e Toni. Che aspettiamo?

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