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UN RISCHIO CALCOLATO È PUR SEMPRE UN RISCHIO

La montagna ha partorito il topolino. “Ma che ti aspettavi da Setti…”, mi scrive qualche lettore con l’aria disincantata di chi la sa lunga. Il tema è posto male e anche pericolosamente (quasi a liquidarlo): il punto non è “cosa aspettarsi da Setti” (che è presidente del Verona, non un passante), ma analizzare un mercato di gennaio che avrebbe dovuto essere più movimentato, per il ruolo – anche economico – che ricopre il Verona in serie B (paracadute, sponsor e incassi) e per le lacune finora mostrate rispetto agli obiettivi stagionali. Positivi gli ingaggi di Zuculini e Ferrari (e pazienza per la formula del prestito secco, con tanti saluti alle conclamate frasi sulla programmazione tecnica), ma come è ormai arcinoto a chi mi legge abitualmente serviva un giocatore in attacco sugli esterni. A prescindere dall’operazione Wszolek, ma soprattutto dopo l’operazione Wszolek, che ha portato alle casse di via Belgio altri 2,5 milioni. Invece nulla.

“Ma siamo primi” mi obietta qualcun altro amante delle solenni ovvietà. Certo e meritatamente, aggiungo. Dirò di più: probabilmente l’attuale organico basta per raggiungere la serie A e questa è la valutazione che devono aver fatto anche Setti e Fusco: massimo risultato con uno sforzo relativo. Legittimo, per carità. Ma se leggiamo le cifre emerge anche altro. Come scrive Vighini, Pazzini ha retto sostanzialmente da solo il peso dell’attacco e con i suoi gol ha portato in dote la metà dei punti; mentre il rendimento di Gomez e Siligardi dopo più di metà campionato è nettamente inferiore alle aspettative in termini di gol e assist. Ancora: il Verona nelle prime 13 partite ha totalizzato 30 punti, nelle ultime 10 appena 14 e solo 1 in trasferta (tre sconfitte e un pari), dove generalmente il rendimento è meno legato al gioco corale e più ai break individuali.

Numeri che quantomeno avrebbero dovuto smuovere qualcosa, invece si è optato per un minimalismo rischioso. Un rischio ovviamente calcolato, ponderato e ragionato (e presumibilmente vincente, a rigor di logica), ma sempre di rischio si tratta. Ne valeva la pena?

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