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CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO, CHI SAREMO

Chi siamo lo sappiamo benissimo. Una tifoseria appassionata, generalmente poco legata ai risultati della propria squadra, in perenne crisi di nervi. Abbiamo superato tempeste, tenuto duro quando tutto ci andava male, quando la porta sotto la Curva Sud sembrava stregata, quando un cardinale finto voleva acquistare la nostra squadra, quando volevano farci sparire.

Abbiamo parlato di radici profonde perché queste radici sono veramente profonde. Perché quella squadra, c’è poco da fare e da dire o da imitare, siamo noi veronesi, lesso e pearà e poi stadio e Hellas. Tifare Verona è uno stato mentale, è sentirsi veronesi, è essere sempre un po’ soli e un po’ contro tutti, a volte anche contro noi stessi.

Dove andiamo è facile intuirlo. Andiamo lontano perché è questo il nostro destino. Non importa in quale categoria, con che uomini, con quali giocatori. Ma andremo lontano perché il Verona vivrà a prescindere. Oggi lo fa grazie a un imprenditore di Carpi, che, diciamocelo senza timore per la verità, ha capito meglio di noi veronesi quanto il Verona sia importante.

Questo è un grande nodo che la città non ha affrontato.

L’imprenditoria locale ha latitato e continua in gran parte a latitare quando si tratta di condurre per mano la sua creatura più simbolica. Non solo: per anni ha creato una mistificazione: ha voluto scaricare sulle spalle dei suoi tifosi, o di una parte di essi, solitamente i più appassionati, la responsabilità per i mancati investimenti.

Sia chiaro: qui non si vuole difendere un manipolo di idioti che a volte piscia fuori dal vaso. Ma, non c’è dubbio, che molto spesso ci sono state situazioni strumentalizzate ed enfatizzate a vario scopo. Con il risultato di alterare la comprensione dei fatti, dilatando oltremisura la criminalizzazione di alcuni gruppi o persone. Chi sbaglia paga, e secondo me anche molto salato. Ma, come ho sempre detto, mi sono rotto di sentire che il Bentegodi è una giungla in cui non si può andare, ovvero off-limits per le famiglie. Non è la verità. Ho passato l’estate a Racines, in ritiro e ho visto migliaia di bambini, di mamme e papà, tutti fieramente dell’Hellas.

I miei figli vanno allo stadio, accompagnati da mia moglie e mai hanno avuto un problema. Mi sento veronese, odio gli idioti che a volte si ficcano in trappole mediatiche senza avere una visione con il solo scopo di essere goliardici o spiritosi, odio l’alterazione alcolica che rende offuscati e poco lucidi e quindi esposti a essere usati dai poteri forti, odio la gara parallela, quella di chi crede che oltre alla partita ci sia un’altra battaglia da giocarsi fuori dallo stadio. Ma non sopporto chi vuole farci la lezione, le altre città/tifoserie che si ergono a paladini della giustizia e della civiltà come se non ne avessero, tutti e a sufficienza, da guardare in casa propria.

A Setti e Gardini, che si sono spesi e si stanno spendendo per difendere i veronesi, più di quanto alcuni veronesi influenti abbiano mai fatto, chiedo di non considerare questi tifosi, queste radici, come e soltanto dei clienti. La generosità del tifoso che appunto perché tifoso evita di farsi troppe domande, soprattutto quando deve aprire un portafoglio, va ricompensata e anzi, coltivata. Il tifoso va agevolato, e in questi momenti, pur comprendendo la difficoltà di mantenere una squadra ad alto livello, anche aiutato a livello economico. L’unico errore, vero, fino ad oggi compiuto da questa società è stato l’aumento degli abbonamenti per alcuni settori. Un aumento francamente esagerato e sbagliato nei tempi e nei modi. Spiegato con l’esigenza di avere un incasso forte per poter migliorare la squadra, ma nella sostanza fuori luogo, visto che alla fine la differenza è stata di qualche centinaia di migliaia di euro e non milioni. Ma per il resto, dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare, non c’è stata competizione. Questa società è la migliore che abbiamo mai avuto e per il semplice motivo che è qui solo per fare calcio e trovare nel calcio le risorse per migliorare. Mi pare di capire che Setti, ciò che guadagna lo vuole rimettere nel Verona, senza arricchimenti personali e senza perdite ingenti. Se ci pensate un attimo è quello che avevamo sempre sognato. Per di più lo ha fatto con un livello di competenza e professionalità che mai avevamo avuto né conosciuto.

E’ dimostrato dai fatti che quando il Verona ha viaggiato compatto per la sua strada, ha ottenuto risultati folli per una provinciale. Ecco: chi saremo è proprio in questa direzione. Stay foolish, diceva Steve Jobs. E nessuno più dei “veronesi tutti mati”, ha sposato questa teoria di vita…

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