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SAVIOLA E DINTORNI…

Quando Mandorlini non si sente assediato e si libera dalla pressione del post partita è utilissimo parlare con lui. Oggi mi sono soffermato su Saviola durante la  conferenza stampa, ma non per il gusto di rendere questa storia un “tormentone”, ma solo per capire. E’ ovvio che Saviola non è un giocatore normale per il Verona. Ha un curriculum imponente per una squadra come l’Hellas al secondo anno in serie A, è tra i top 100 giocatori del mondo, è plusvalore allo stato puro se e quando riusciremo a vederlo in campo. E’ logico che la sua presenza-assenza diventi un argomento di discussione. Che non vuol dire che Mandorlini sia in discussione. Ci mancherebbe. Solo un pazzo potrebbe avanzare un’ipotesi del genere. Credo che nessuno sano di mente possa contrapporre Mandorlini a Saviola. Se ci liberiamo da questo presupposto sterile e inutile (la vecchia contrapposizione tra chi ama alla follia Mandorlini e chi lo detesta), la questione assume un’altra connotazione.

Io credo che Mandorlini stimi molto l’argentino. Esemplare professionista, ragazzo solare, che tutti i compagni dello spogliatoio amano. Il problema è solo tattico. Per supportare un giocatore che ha zero fase difensiva, Mandorlini deve creare un altro tipo di assetto. E questo richiede tempo e forse convinzione. Mandorlini oggi non ha né uno né l’altro. La sua principale preoccupazione credo sia quella di pilotare il Verona alla salvezza prima possibile. E per riuscirci usa le armi che lui conosce meglio. E’ un discorso che messo così è molto comprensibile e credo anche di buon senso.

Penso anche che il mister abbia capito a San Siro che Saviola ha giocate importanti che possono “spaccare” la gara in certi momenti. Oggi mi ha risposto: “Ma secondo te avevo bisogno di quel colpo di tacco per saperlo?”. No, credo di no. Ma penso che oggi per lui sia più facile guardare verso la panchina e pensare che Saviola può essere utilissimo. Perché un conto è fare numeri in allenamento, un conto è farli a San Siro. Lì ci riescono solo i campioni veri. E Mandorlini che ci ha giocato e vinto, lo sa benissimo.

Che ruolo avrà dunque Saviola da oggi in poi? Penso che Mandorlini lo userà come “sesto uomo” quando la gara avrà bisogno di un colpo di magia. Non ancora dall’inizio. Non ora. Magari tra una ventina di punti, quando il traguardo della salvezza sarà più a portata di mano. Mandorlini a quel punto sarà più libero di mente e attuerà la seconda parte della sua strategia. Inserire tutti quei giocatori che hanno bisogno di tranquillità e squadre collaudate. Penso a Saviola, ma anche a Mattia Valoti, un altro che potrebbe diventare un tassello importante del Verona del futuro. E Nico Lopez che pian piano avrà sempre più spazio.

In sostanza, per concludere: credo che la fiducia in Mandorlini sia alla base di tutto. Il mister rispondendo ad un collega dopo la gara con l’Inter ha rivendicato in maniera colorita la sua autonomia gestionale. Credo che abbia fatto benissimo. Ancora meglio ha fatto oggi. Quando ha spiegato. Per farci capire. Come dicono gli americani sui dollari: in Mandorlini we trust.

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