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CHE LA DIRITTA VIA ERA SMARRITA…

Il Verona si è smarrito. Ha perso la strada. Gara dopo gara si è involuto. Timido, impacciato, incapace di fare gioco. Arretra, rincula, non ha carattere. Prendere sei gol a Napoli fa male, ma poi alla fine lo accetti. Perdere con il Milan (che non è uno squadrone) ci sta. Pareggiare a Milano con l’Inter derelitto è tollerabile. Perdere in casa contro la Fiorentina si può comprendere. Perdere a Sassuolo no.

Questa è una sconfitta grave che brucia. Ci sono questioni non più rimandabili. La prima, tattica riguarda Tachtsidis. Premetto che consideravo il greco la miglior mossa di mercato che potesse fare il Verona. Ma già dal precampionato avevo la sensazione che Tachtisidis non fosse quello che in coppia con Jorginho aveva strabiliato in serie B. Troppo lento, impacciato, anche presuntuoso. Confidavo però in Mandorlini, il suo mentore. E invece Tachtsidis gara dopo gara si è sempre più involuto. Sbaglia palloni semplicissimi ma soprattutto è una falla vivente. Invece di proteggere, lascia passare. E la tanto sbandierata solidità è andata a farsi friggere. Il problema è che ora c’è bisogno di lui, anche perchè non vi sono (causa infortuni) molte alternative. O Mandorlini s’inventa qualcosa di diverso (Marquez?) o Taxi si deve dare una mossa.

La seconda questione riguarda il modulo. Mandorlini anche a Sassuolo ha abbandonato il 4-3-1-2 che a mio avviso stava dando frutti nei primi minuti contro la Fiorentina. E’ vero che senza Obbadi quel modulo è più difficile da fare. E a Sassuolo Mandorlini è tornato alle proprie certezze. Ma questo Verona non è quello dell’anno scorso. Mancano giocatori in grado di velocizzare la manovra. Ce ne sono altri che hanno caratteristiche diverse. Mettetela come volete: ma Nico Lopez non può fare il terzino. Lui ci prova ma in questo modo lo perdiamo nei trenta metri finali, dove è più incisivo. Chiedetevi come mai Nico Lopez se entra segna, mentre delude quando parte dall’inizio. A mio avviso il motivo è semplice. Quando entra, solitamente deve sparigliare la partita. E ha meno compiti difensivi. Mentre con la Fiorentina ha segnato giocando da seconda punta, vicinissimo a Toni.

La terza riguarda proprio il vecchio Toni. Solo e isolato, senza Iturbe è costretto a massacrarsi in un lavoro oscuro che lo penalizza dal punto di vista realizzativo. Lo diciamo da tanto. Ma se i due esterni sono questi, Toni ha bisogno di avere vicino un compagno. Anche da lanciare (non sfugga che l’anno scorso oltre ai 20 gol fece anche sette assist vincenti…). Tutto sarebbe più semplice per lui e per il Verona.

Infine c’è da recuperare lo spirito da battaglia. Ci siamo cullati sugli allori illudendoci che questa squadra avesse quarti di nobiltà nel curriculum. Non li ha. Mandorlini deve ridargli (e questo spetta solo a lui), uno spirito diverso, un’intensità diversa, una grinta diversa. Bisogna recuperare in fretta questa voglia di strappare con i denti il punticino, di sbranare l’avversario. Altrimenti, lo dico senza voler essere catastrofico e fare allarmismo, saranno guai seri.

 

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