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L’IMPORTANZA DEL DOLCE

Qualsiasi buon ristoratore sa che ci sono due regole fondamentali per soddisfare un cliente. L’accoglienza iniziale e il dolce finale. In mezzo ci può anche stare un pranzo così così, ma chi frequenta il ristorante sarà colpito più da come è stato accolto e porterà nella memoria l’ultima cosa che ha mangiato (il dolce).

Mandorlini sembra attenersi a questa aurea regola della ristorazione. E’ partito benissimo in campionato e ora lo sta finendo in maniera molto positiva. In mezzo c’è stata tanta mediocrità e momenti di paura vera.

Sogliano ha voluto “punzecchiare” allenatore e squadra qualche settimana fa, e immediatamente il mister, toccato nell’orgoglio e con il contratto in scadenza ha raddrizzato la baracca. Il Verona abulico che ha incassato tre gol con l’Inter ha lasciato il posto a una squadra piena di carattere che ha steso la Fiorentina a Firenze, ha battuto in dieci il Sassuolo e ora, con cerotti e squalifiche, ha preso un punto d’oro a Genova.

Onore al merito. L’ultimo Verona è piaciuto più di quello di tutto il resto del campionato, dimostrando non solo di essere una buona squadra dal punto di vista qualitatitivo (a Genova ha giocato persino con le terze linee), ma anche di avere imboccato finalmente la strada della continuità.

Abbandonata la litania dell’ “abbiamo cambiato tanto” ripetuta anche a dicembre, Mandorlini ha confermato di essere un ottimo allenatore. Quando il mister la smette di essere un testone e fa “sua” la squadra (processo che Mandorlini “digerisce” in qualche mese, per restare in tema…), è un’assoluta garanzia e a Verona lo sappiamo bene.

Siccome, al contrario dei suoi presunti aedi-amici (pronti a incensarlo ma mai a difenderlo in prima persona quando le cose vanno male), noi vogliamo bene veramente ad Andrea, lo sproniamo a dare il meglio di sè. Dire che sa solo fare il 4-3-3 non è fare il suo bene. Anche perchè non è vero. Dire che la squadra è scarsa per tre quarti del campionato non è fare il suo bene. Evitare di parlare dei gol presi non è fare il suo bene. Metterlo contro il direttore sportivo e il presidente non è fare il suo bene. Le critiche fanno crescere se poste nel modo giusto e non strumentale e il mister, che pure ha “rimediato” molte sue spigolosità caratteriali, dovrebbe riflettere su questo. Per quanto mi riguarda credo che Mandorlini abbia inesplorate risorse che una componente caratteriale (“è fatto così…”) limita in modo penalizzante.

Tanto per essere chiari: potrebbe allenare una grande squadra, invece di lui non si parla mai come possibile candidato di certe panchine. Altri allenatori molto meno bravi di lui, dimostrano più intelligenza e furbizia nel proporre meglio il proprio prodotto e il proprio modo di essere.

Aggiungiamo a chiosa, che in taluni ristoranti, dopo il dolce, arriva anche uno splendido e avvolgente caffè, con a ruota deliziosi cioccolatini fondenti che ti scaldano l’anima e ti fanno per sempre dire che quel ristorante è il migliore del mondo. Ne arrivasse uno il 10 maggio (ora di pranzo) quel ristorante sarebbe per noi (lo è già, state tranquilli…) il migliore del mondo.

 

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