Facciamo due conti. Sconfitta con la Juventus, a testa altissima. Sconfitta di Firenze, a testa altissima. Sconfitta di San Siro con l’Inter, a testa altissima. Sconfitta con la Roma, a testa altissima. Sconfitta con il Napoli, a testa altissima. Ma zero punti. E questo è un problema in un campionato così duro e così equilibrato in zona salvezza. Il Verona, tra rigori sbagliati e torti arbitrali (il rigore non dato a Swiderski con l’ennesimo intervento mancato del Var, ormai il vero manipolatore del campionato) sta buttando via la salvezza. Senza esagerare, ma pensando a tutte queste sconfitte e tramutandole in cinque pareggi e quindi in cinque punti che erano ampiamente alla portata del Verona, saremmo oggi a quota 23.
E quindi c’è un problema se stiamo buttando via tutte queste occasioni dopo gare giocate alla grande se non alla grandissima. Un peccato, perchè quest’anno il Verona gioca e gioca bene, senza dubbio molto meglio di quanto faceva la scorsa stagione quando non aveva mai veramente convinto. Però, incredibilmente, quel Verona era più concreto, vinceva 1-0 pur con partite orribili e alla fine si salvò.
Il destino di questo Verona è invece tutto da scrivere, sebbene abbiamo tutti la sensazione che “giocando così ti salvi”. E questa è la parte migliore, il bicchiere mezzo pieno che ci tiene ancora a galla, anche a livello motivazionale. E altro fattore. Ora, come scrivevo la settimana scorsa, la squadra ha una logica e una compattezza che nel girone d’andata sicuramente non aveva, sebbene con un Ngonge in più nel motore.
E le cose non possono che migliorare quando Baroni (bravissimo lasciatemelo dire in questa fase così confusa e difficile) avrà completato l’inserimento dei nuovi. Ma se non fai qualche punticino con le grandi vuol dire una cosa sola: non puoi sbagliare un colpo con le piccole e con le medie. Devi essere spietato in quelle partite, sangue freddo e cuore caldo. Ora appunto c’è il Monza ed è un’opportunità da non sbagliare, prima del big-match con la Juventus al Bentegodi.