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NON E’ SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI

Le ambizioni di serie A della Verona dei canestri sono affidate al Consiglio Federale. E non è chiaro se essere allegri o preoccupati. In passato ci fu la massima severità, cancellando la blasonatossima Virtus Bologna per il lodo Becirovic, ma negli anni a seguire quanche cantonata l’hanno presa pure in via Vitorchiano, le più recenti sono la farsa-Napoli l’altro anno in Legadue e la sgangherata di Montegranaro all’ultima serie A, quando ai più era noto che nella capitale delle scarpe avevano sì e no i soldi per due mesi di campionato.
Adesso i marchigiani ci riprovano e tra una settimana mi divertirò a leggere in spiaggia sul “Corriere Adriatico” il countdown verso il Consiglio Federale che il 18 luglio dovrà decidere la squadra ammessa in serie A al posto di Siena.
Capo d’Orlando – davanti a Verona nel ranking – si dice pronta, se poi non ha la copertura finanziaria è un particolare di secondaria importanza in un movimento che negli ultimi due anni ha perso più di 50 squadre nei campionati nazionali e che cerca di nascondere la crisi dietro al ritorno di Treviso in Lega Silver (attraverso i diritti della derelitta Corato) e alle richieste di qualche società più economicamente attrezzata di essere ammessa al campionato superiore. Se tra queste c’è anche Montegranaro c’è poco da cantar vittoria, soprattutto se – attendo conferme – si arriverà addirittura ad una serie B senza retrocessioni. Ottima scelta, ma che certifica come le difficoltà per tutto il movimento restino grandi.
Fortunatamente il patròn Pedrollo non ha dubbi: vuole fare la serie A. Ho sempre sostenuto che è meglio vincere i campionati sul campo e non cambio idea. Chiedere l’ammissione alla serie A (giacché non è un ripescaggio, visto che la Tezenis non è retrocessa) è legittimo, tuttavia è opportuno ricordare che un budget in Lega Gold quasi si dimezza salendo al piano superiore, dove senza lo status dilettantistico si perdono tutte le agevolazioni fiscali. E comunque i soldi non bastano, per la serie A occorre avere una società strutturata. Ma questo in Scaligera lo sanno bene.

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