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PARTITA E’ FINITA QUANDO SIRENA SUONA

Riflessioni dopo una sconfitta sanguinosa, che fa molto più male di quella già beffarda in gara-1 e ridà fiato ai seguaci del Rev., intesi come bestemmiatori.
La partita era praticamente vinta. Ma, per dirla alla Boskov, “partita è finita quanto sirena suona”. Sarebbe bastato che Michelori si mettesse il pallone sotto la maglia e non ci sarebbe stato quell’epilogo assurdo. Ma chi adesso dà tutta la colpa al centro milanese non sa di cosa parla. Stiamo parlando di un giocatore con 22 anni di carriera in serie A, che ha vinto due scudetti e vestito la maglia della Nazionale, ma soprattutto stiamo parlando di un professionista serio, che in questa stagione “sbalestrata” non ha mai dato segni di cedimento o di insofferenza, dando sempre il massimo. Ancor di più quando, dopo la cessione di Chikoko, si è ritrovato sulle spalle, a 38 anni, tutta la responsabilità del ruolo di centro. E merita rispetto, non per il suo passato, ma per l’impegno dimostrato sul campo con la maglia gialloblù.
Stiamo parlando dello stesso giocatore che subito prima aveva realizzato il canestro del sorpasso. Quindi chi ha insinuato di una palla buttata via volutamente, chi ha sentito “puzza di marcio”, evidentemente non ha mai messo piede su un campo da basket e non ha vissuto la tensione e la pressione che possono indurre a commettere errori anche clamorosi e incomprensibili. La colpa dell’overtime, poi, per dirla tutta, va spartita equamente con l’assurdo fallo di Rice su Portannese. Ma, come si è visto, anche Scafati ha commesso la stessa colossale ingenuità su Cortese. E Cortese, come Portannese, ha sbagliato un tiro libero decisivo.
E’ opportuno ricordare che la Tezenis in questa stagione ha perso tutte le partite decise in volata, con uno scarto entro i tre punti: a Brescia, con Treviglio, a Ferrara, a Mantova e le due gare dei playoff a Scafati. Unica eccezione la vittoria a Recanati.
Queste due partite, zeppe di rimpianti e di rammarichi, ci hanno offerto una squadra trasformata, nonostante l’assenza del suo capitano, sotto l’aspetto della determinazione e della coesione. Confermando che i playoff sono una stagione a parte, spesso completamente diversa da quella regolare. Rimontare una serie dallo 0-2 è impresa improba, ma finché “sirena non suona”…

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