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IL PUGNO E LA CICATRICE

“E il naufragar m’è dolce in questo mare” (L’Infinito – Giacomo Leopardi).

Il naufragio contro Recanati, a dire il vero, è stato tutt’altro che dolce. Un passo indietro dopo un ciclo convincente, con quattro vittorie incardinate nella prova comunque positiva a Trieste. La fame del leopardiani ha fatto la differenza e la Tezenis ha dovuto soccombere, pagando pasticci in attacco e amnesie difensive (rimbalzi compresi).
Dare la croce addosso ad un singolo giocatore non ha senso, tutti possono incappare in una serata sciagurata, com’è successo a Gio Pini, la cosa fondamentale è attendersi il riscatto, come dopo la débâcle di Roseto.
Allora Luca Dalmonte venne fuori con il celebre proclama delle “mani nella merda”, al Palarossini di Ancona il coach gialloblù ha parlato di un pugno in faccia, che ha lasciato una profonda cicatrice sulla sua squadra.
Insomma una lezione che, si spera, possa essere salutare per affrontare con la bava alla bocca tutte le ultime 9 partite della regular season. Contro Recanati, penultima e in formazione largamente rimaneggiata, la Tezenis ha buttato via una ghiottissima occasione per agganciare il treno dei playoff, senza tralasciare un occhio alle spalle, dove le squadre pericolanti hanno il sangue alle bocca. E’ stato l’ultimo bonus, d’ora in avanti i giganti gialloblù non potranno più concedersi il minimo errore, per fare in modo che la Scaligera non resti un’eterna incompiuta.

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