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LE RAGIONI DEL CUORE

“Non piangere per chi non merita il tuo sorriso”. (Jim Morrison)

Adesso che è tutto finito, che tutto è stato affidato alle parole dei comunicati ufficiali e delle dichiarazioni di rito, l’addio a Giorgio Boscagin (o meglio, la rinuncia unilaterale) è la sublimazione del nuovo corso della Verona dei canestri.
Come spesso accade quando si prende una decisione dolorosa, subentra un problema di metodo e uno di merito.
Il primo è legato alle ragioni del cuore, il secondo alle ragioni della testa. Non bisogna essere ipocriti: la logica dice che il progetto tecnico della Scaligera Basket che vedrà la sua graduale crescita e realizzazione nelle prossime stagioni, prevede un percorso senza Giorgio Boscagin.
Il cuore tuttavia dice esattamente il contrario. E siamo alla questione di metodo. Il Capitano, bandiera di questi sei anni di “alti e bassi” (lo ha ammesso il Bosca, con grande onestà intellettuale) non ha avuto la possibilità di salutare ed essere salutato come si deve dalla sua gente. Ma non era prevedibile la piega che poi hanno preso gli eventi.
Fin qui questa commedia dal triste epilogo, perché io appartengo ad una generazione un po’ nostalgica, che crede ancora nelle bandiere, anche se le bandiere non ci sono più. Bisogna farsene una ragione.
Poi i fenomeni da tastiera che hanno parlato di soldi (riferendosi a uno che un anno fa ha rinegoziato il contratto) o di età avanzata dovrebbero provare vergogna. Giorgio Boscagin merita solo rispetto. E a chi parla di un giocatore in declino, ricordo che è sempre stato l’ago nella bilancia dello spogliatoio, e che nella stagione disgraziata di Crespi ha sempre dato tutto quando chiunque altro, al posto suo, avrebbe preso armi e bagagli e se ne sarebbe andato. Stiamo parlando del giocatore veronese con più presenze in Nazionale. Ci mancheranno soprattutto la sua carica umana e professionale. Adesso la “veronesità” della Tezenis sarà tutta sulle spalle di Leonardo Totè.
Quest’anno il Capitano ha firmato una delle vittoria più belle, all’imbattuto Palaverde. Io quella sera ero in ospedale e a fine partita mi ha salutato. Non potrò dimenticarlo. Mai. Grazie Bosca, in alto i cuori. E goditi Leonardo, il tuo canestro più bello.

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