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CAPOLAVORO DALMONTE

“Alcune squadre sono costruite per la stagione e alcunE per i playoff. La squadra con più fame, più concentrata, più dura e più cattiva ha vinto. Complimenti a Verona…squadra, tifosi, e città…hai meritato di vincere. Vai avanti e vinci tutto!” (Mike Hall, su Twitter, Facebook e Instagram)

Ho visto gente piangere. Tifosi in lacrime per l’emozione vissuta al Biella Forum. L’inviolato fortino dell’Angelico sventrato dalla Tezenis con una prova superlativa di agonismo, coraggio, determinazione, forza e durezza mentale. Tutte qualità di cui per un’intera stagione si è detto che i giganti gialloblù difettassero, invece nel momento topico sono emerse tutte e la Verona dei canestri ha prevalso con la sua panchina più profonda, ma soprattutto con il cuore. Il cuore che ha permesso a Dane DiLiegro di tornare in campo a tempo di record, grazie al lavoro stupefacente dello staff medico della Scaligera (a volte le partite si vincono anche in ambulatorio…), segnando 10 punti fondamentali. Il cuore che ha gonfiato l’immenso talento di Micheal Frazier, 32 punti, dei quali 5 di fila che hanno affossato i lanieri nell’overtime. Il cuore che ha caricato Andrea Amato, chirurgico con le sue triple, in particolare quella del controsorpasso che ha spianato la strada al parzialone 12-0 gialloblù nel supplementare. Il cuore di capitan Bosca, collante dello spogliatoio, giocatore che risponde sempre “presente!”.
Il cuore di Marco Portannese, un mix di talento e “ignoranza” agonistica che fa impazzire i tifosi. Il cuore che ha trascinato Dawan Robinson, il play-pivot scaligero, miglior difensore del campionato, pur con il deprecabile “incidente” sui titoli di coda. E poi il capolavoro di Luca Dalmonte, un capolavoro tattico e agonistico, forgiato dal coach specialiste delle rimonte impossibili, giacché si contano sulle dita di una mano quelle dallo 0-2 al 3-2 e Dalmonte fu l’artefice di un’impresa simile anche con Pesaro contro Cantù. Infine il popolo gialloblù: 322 persone nella magica sera di Biella, arrivate con 4 pullman e tante auto private, per rivivere emozioni come nell’epoca più gloriosa, consapevoli che il basket può essere meraviglioso o crudele (come due anni fa, a ruoli invertiti, nella serie con Agrigento). Così ‘a nuttata è passata, e adesso sotto con Ravenna, ne vedremo ancora delle belle.

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