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IL BASKET E I SOGNI

“…populus duas tantum res anxious opotat panem et circenses” (“il popolo desidera ansiosamente due sole cose: pane e giochi circensi” – Giovenale, Satira X)

Alessandro Ramagli come Alberto Bucci. La Tezenis 2021 come la Glaxo 1991. Eguagliato il record di vittorie consecutive in A2 stabilito 30 anni fa da quella che venne definita “la diciassettesima squadra di A1”.
Tanti ricordano come andò a finire quella stagione, incorniciata dal trionfo in Coppa Italia, ma è opportuno e doveroso abbassare prontamente le mani per gli scongiuri di rito, continuando a guardare partita dopo partita. Perché, completando una citazione cara al coach gialloblù, “le parole le porta via ‘r vento, le bicirette i livornesi e i bischeri nessuno”.
Rincasando dall’AGSM Forum mi sono arrivate sullo smartphone le immagini degli assembramenti indecenti a Milano per lo scudetto dell’Inter. Giusto festeggiare, ci mancherebbe, difficile e complicato bloccare l’accesso a orde di tifosi, anche se appare evidente che il problema non sia stato minimamente preso in considerazione in sede di Cosp (il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica) e qualche domanda al Prefetto andrebbe fatta. Solo in prossimità del coprifuoco c’è stato l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno disperso i tifosi dopo avere già evitato – per modo di dire – che si ammassassero sul sagrato del Duomo e in Galleria. Tuttavia nasce spontaneo il sospetto che abbia prevalso una sindrome da “tre scimmiette”, sull’onda della vecchia ma sempre attuale regola “panem et circenses”, più che mai attuale in questi tempi di difficoltà per tanti.
Ma il punto non è questo, e non è assolutamente questione di moralismo. Il problema è che questo bizzarro e bellissimo Paese, talvolta un po’ cialtrone, è lo stesso che per timore dei contagi vieta di bere un caffè al banco, di pranzare o cenare al chiuso (a meno di ricorrere ad trucchetto della mensa aziendale), di andare in palestra o in piscina, di ospitare più di mille spettatori in Arena, di avere il pubblico nei palasport. Invece per cedere al ricatto della Uefa è stata prontamente concessa l’autorizzazione per gli spettatori allo stadio Olimpico agli Europei.
Eventi internazionali, serie A, serie A2 e….serie Z. Quella di governanti che hanno costretto per mesi e mesi i nostri ragazzi a fare lezione a casa, che hanno concesso ai professori universitari (che fanno lezione a distanza) di vaccinarsi prima dei lavoratori dei supermercati, a cominciare dalle cassiere. La serie Z di un Paese dove tutt’ora ai bambini è permesso fare Minibasket solo all’aperto, pur con i salti mortali che la FIP s’è dovuta inventare per consentire l’attività almeno alle categorie giovanili.
Del resto questo è un Paese nel quale uno scrittore di grande successo, Maurizio De Giovanni, i cui personaggi sono diventati anche protagonisti di diverse fiction, interpellato dal Tg1 sulla Superlega ha dichiarato: “Il calcio non è il basket. Nel calcio c’è bisogno che i bambini sognino”.
Io sono 50 anni che sogno. E continuerò a farlo, nonostante De Giovanni e il calcio.

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