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MATTEO RENZI MONTA A CAVALLO

Tipico dei regimi, capitava anche durante il fascismo: la verità puoi dirla solo scherzando con le vignette.
Quella di Giannelli sul Corriere di oggi racconta la verità sugli 80 euro: sono serviti a garantire a Renzi il 40% alle europee.
Effetti sui consumi, zero. La ripresa non c’è, l’economia (il pil) continua ad arretrare. La carità, pelosa, del boy scout non serve certo ad avanzare ed uscire dalla crisi.
Fosse stato Berlusconi a decretare l’elargizione alla vigilia delle elezioni, un qualche pm zelante avrebbe aperto subito un procedimento per voto di scambio.
Anche il mitico “comandante” Lauro, nella Napoli degli anni Cinquanta, comprava gli elettori: metà biglietto da mille lire prima l’altra metà dopo aver avuto la certezza del voto. Ma lo faceva con i soldi suoi. Renzi invece lo ha fatto con i soldi nostri.
Gli economisti seri sostenevano che le stesse risorse andavano utilizzate con più profitto riducendo la tassazione delle imprese, non questa vergognosa elargizione. Fatta, per giunta, senza contropartita.
Siamo tornati alla Triplice che, nel Sessantotto, definiva il salario una “variabile indipendente” dalla produzione. E così Renzi ha concesso l’aumentino senza chiedere almeno di lavorare un’ora in più alla settimana, senza un qualunque impegno ad aumentare la produttività.
E tutti, o quasi, ad applaudire. Siamo a Curzio Malaparte che ironizzava: “Sorge il sole/ canta il gallo/ Mussolini monta a cavallo!”. Mussolini ieri, Matteo Renzi oggi?

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