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ANGELI DEL FANGO? MA VA LA’…

Il giovane che a Genova ha guidato la contestazione a Grillo, la cosa più interessante l’ha detto a conclusione dell’intervista al Corriere: “Per favore smettetela di chiamarci angeli del fango!”.
Un ragazzo serio, che rifiuta la solita retorica stantia, la ricerca di eroi immaginari che dovrebbero servire a distogliere l’attenzione da un Paese allo sfascio.
A Genova non aveva smesso di piovere che tutti i media nazionali già dedicavano servizi televisivi e paginate a “gli angeli del fango”. L’alluvione raggiunge Parma e subito gli “angeli” planano anche in Emilia.
Quattro anni fa l’alluvione investì il nostro Veneto – da Verona a Vicenza a Padova – e tutti si misero a spalare fango, senza però diventare “angeli”. Come mai? L’ex Veneto bianco era diventato terra di Satana?…
Se domani ci piove in casa e si allaga il garage, chiunque di noi – a qualunque età -si mette a fare ordine e pulizia. Siamo forse diventati tutti angioletti? Semplicemente – ci piaccia o no – dobbiamo diventare volontari al servizio dei nostri beni e magari anche dei beni comuni (la strada davanti casa).
Non si perde occasione per celebrare il volontariato. E non dico che non ci siano persone generose e altruiste (mica tutte). Ma quando a qualunque livello servono i volontari – per ripulire una strada o per assistere gli anziani – significa che lo Stato latita, che elude i suoi compiti e i suoi doveri.
E’ più serio santificare gli “angeli del fango” o denunciare un servizio pubblico con le corna e la coda biforcuta?

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