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MEGLIO LA SOPPRESSA SENZA FRONTIERE

Non essendo vegetariano amo la carne e gli affettati, le buone soppresse in particolare, e sono grato a chi sa confezionarle. Anche perché non vengono a raccontarmi che le fanno gratis e a scopi umanitari.
Un risultato altamente umanitario certamente c’è: preparare dell’ottimo cibo per chi è disposto a comprarlo, garantendo a chi lo confezione un giusto guadagno (proporzionato alla qualità del prodotto). In compenso chi fa gli insaccati non sta a scassarci i gabasisi, spiegandoci che lui è mosso da scopi altamente umanitari, del tutto gratuiti, volti solo a garantire la sopravvivenza di noi carnivori.
Diffido invece delle Ong. E in genere di tutte le associazioni private che raccolgono fondi per la ricerca volta a sconfiggere ogni tipo di malattia (ormai manca solo la fondazione per debellare l’unghia incarnata).
Non si tratta, ovviamente, di fare di tutte le erbe un fascio escludendo che ci siano anche Ong e fondazioni serie. Certo che i bilanci nessuno li conosce, e i risultati neppure; certo che è arduo credere a chi dice di operare gratis. Certo che minimo vengono esibiti falsi scopi: un po’ come quando la Chiesa nello spot per l’otto per mille ci mostra tanti disagiati e disperati, quando poi gran parte dei proventi vanno – legittimamente – al sostentamento del clero (pubblicità ingannevole?)
Quanto alle organizzazioni non governative, oggi Repubblica titola: “L’Ong lavorava con gli scafisti”. Il Tempo. “Soccoritori? Sono i banditi del mare”.
Meglio dunque la soppressa senza frontiere, senza le frontiere dei tanti dubbi.

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