I CONTI CON CONTE O CON LA GIUSTIZIA

Sconcertante e senza precedenti questo intervento con cui il tribunale di Napoli ha azzerato Giuseppe Conte dal vertice dei 5 Stelle.

Stiamo parlando di un partito, un’associazione privata, e mai prima i magistrati erano intervenuti a decidere come va scelto il leader. Forse che è stata un’assemblea degli iscritti a Forza Italia a scegliere Silvio Berlusconi? No. E allora azzeriamolo. Stesso discorso per Enrico Letta segretario Pd.

Da Mani Pulite in poi i magistrati hanno indagato una marea di politici, anche per reati farlocchi come il traffico di influenze, politici poi risultati innocenti 9 su 10. Ho una vago ricordo che, morta la Dc, volevano decidere chi era l’erede legittimo del simbolo dello Scudocrociato. Ma mai prima erano intervenuti a legittimare o condannare la scelta di un leader politico. Scelta che riguarda solo iscritti e simpatizzanti del partito. Non tutti i cittadini italiani.

Cittadini che invece sono investiti dalla vergogna – madre di tutta la male giustizia – dei criteri di selezione dei membri del Csm. Come mai in tribunale di Napoli non si occupa dei criteri con cui vengono scelti i magistrati del Csm? Mai in base a competenza e risultati, sempre in base all’appartenenza delle correnti. Da cui deriva poi anche la nomina dei procuratori capo e dei presidenti dei tribunali. Col risultato di avere una giustizia a dir poco pessima. Di queste nomine dovrebbe se mai occuparsi il tribunale di Napoli. Nomine che incidono pesantemente su tutti i cittadini e non solo sui membri di un partito.

Come insegna il direttore del Riformista Sansonetti non si può essere garantisti a corrente alterna. Personalmente credo che bisogna esserlo anche con Giuseppe Conte. Tra l’altro perché se c’è una critica da muovere, prima che a Grillo o a Conte, va mossa a quei milioni di elettori che, da bauchi, pensarono che i problemi del Paese si risolvessero mandando al governo i dilettanti allo sbaraglio (Esempio eclatante Toninelli che il tunnel automobilistico sotto il Brennero dovrebbe scavarlo lui con la vanga…)

La vicenda, le accuse a Conte dal tribunale di Napoli, sono l’ennesima conferma che la riforma più urgente di tutte è quella della giustizia. Per togliere ai magistrati quello strapotere che i bauchi della politica, di tutti i partiti, hanno sconsideratamente messo nelle loro mani.

MARIO E I NONNI ABBANDONATI

Ha colpito la vicenda di Mario, l’anziano di 91 anni di Rovigo che cercava di scappare dalla casa di riposo calandosi dalla finestra con le lenzuola; ha sbattuto la testa ed è morto.

Lo ha ricordato anche Vittorio Feltri scrivendo che capisce il suo desiderio di liberarsi da quel luogo squallido che sono le case di riposo. Squallide perchè vivi circondato da anziani, spesso non autosufficienti, mentre, quando sei lucido come Mario, vorresti convivere con persone di tutte le età.

La case di riposo, purtroppo, dilagano perché sono sempre più numerosi i figli che non vogliono avere la rottura di scatole di accudire i genitori anziani.

A, a proposito dei tanti nonni abbandonati, Vittorio Feltri ha scritto: “Un tempo i nonni erano venerati, non soltanto sopportati e supportati, e i loro discendenti li ritenevano testimoni preziosi della vita passata, da consultare per la loro saggezza. Oggi, invece, sono trattati quali individui ingombranti, rompiballe, da ostracizzare il più possibile per evitare noie. Ai più fortunati, si fa per dire, capita di essere corteggiati per strappare loro una quota della pensione. Questo è il costume odierno, che vergogna!”.

Difficile non dare ragione a Feltri. Aggiungiamo che spesso, oltre a sbattere i genitori anziani in casa di riposo, tanti figli non vanno nemmeno a trovarli per mesi e mesi e mesi.

Se non sbaglio l’abbandono di minori è un reato. Credo che l’abbandono di anziani sia una reato ancora più grave. Quindi i figli, che rifiutano perfino per mesi di andare a trovare i genitori anziani, andrebbero denunciati e puniti.

Siamo d’accordo?

EVITARE IL LOCKDOWN DIPENDE SOLO DA NOI

Evitare che a Natale e Capodanno torni il Lockdown dipende solo da noi, dai nostri comportamenti. Quindi è certo che tornerà.

Inutile le nuove restrizione – green pass ridotto a sei mesi, tamponi per andare allo stadio e al chiuso, estensione dell’obbligo vaccinale – e chi mai le rispetterà? Se perfino i medici no vax hanno dato l’assalto all’assemblea del loro rodine a Roma…

Anche a Bussolengo, tanto per ricordare uno dei tanti altri, assalto al centro vaccinazioni. Il vaccino uccide! Il governo è nazista! Queste le scritte.

Sono oltre 1.600 i sanitari no vax. Li sospendiamo e poi sospensioni anche nelle altre categorie che non rispettano l’obbligo del vaccino. Risultato: bisogna sospendere mezzo Paese.

Non è solo questione dei no vax, con la pandemia siamo diventati la patria dei no global. Difficile, impossibile o quasi, far rispettare una regola, un divieto. Tutelare la salute pubblica? E chi se ne frega, liberi di farci gli affaracci nostri.

Quindi auguri di Buon Natale con il Lockdown sotto l’albero.

 

ZAKI LIBERO, TRAGEDIA FINITA

Ad ascoltare i titoli di tutti i tg nazionale, e poi a leggere la prime pagine dei quotidiani, avresti dedotto che la tragedia che angosciava le famiglie, gli italiani in genere, non era il lavoro, lo stipendio né la salute. La tragedia erano i 22 mesi passati in carcere dallo studente egiziano Patrick Zaki. Libero lui, fine della tragedia.

Ora chiaro che va criticato e condannato un regime autoritario che mette in carcere chi osa scrivere o dire qualcosa contro il regime stesso.

Ma quanti ce ne sono di Zaki con tutti i regimo autoritari e dittatoriali al Mondo? Sono milioni, non solo incarcerati, ma anche torturati e uccisi. Ma non ne parliamo, non li conosciamo, perchè non hanno studiato all’università di Bologna. In sintesi dei tanti altri trattati peggio di Zaki ce ne freghiamo.

Ma c’è di ben peggio. Come ha spiegato il grande Federico Rampini ce ne freghiamo anche se viene ammazzato da un razzista nero un nostro ricercatore che aveva il torto di essere bianco.

Rampini spiega che l’assassino del nostro Davide Giri appartiene a una feroce gang di razzisti neri che aggrediscono e ammazzano i bianchi. Condannato ma poi scarcerato perché nero.

Gli stessi media americani, a partire dal New York Times , non parlano di questo feroce omicidio razzista. Perché il politicamente corretto impone di dare grande e scandalizzato risalto se è un bianco ad uccidere un nero. Ma se accade viceversa la regola è il silenzio, minimizzare.

Esempio, ricorda sempre Rampini, l’omicidio dell’afroamericano George Floyd da aperte di un agente di polizia bianco, avvenuto a Minneapolis nel maggio 2020.

Quei pagliacci dei calciatori continuano ad inginocchiarsi in memoria di Floyd (naturalmente oltre a destinare gran parte dei loro emolumenti alla lotta al razzismo…) Mi domando se per quanti anni adesso si inginocchieranno in memoria di Davide Giri…

MAI UNA GRETA CINESE

All’indomani dei vertici sul clima ho trovato interessante l’editoriale di Federico Rampini dove il giornalista spiega che non ci sarà mai una Greta cinese. Non solo per il diverso approccio della Cina nel contrasto dei cambiamenti climatici. Non solo perchè quello del presidente Xi è un regime autoritario.La ragione è più profonda, affonda in una precisa cultura millenaria che viene prima del comunismo.

Scrive Rampini: “Il leader comunista e confuciano deve osservare il fenomeno della giovane guru come una perversione occidentale che conferma il nostro declino. L’autorevolezza che i media occidentali riconoscono a Greta è inaccettabile nella cultura cinese dove sono gli anziani che vanno ascoltati e rispettati, la loro esperienza è un valore, nei rapporti gerarchici pesa l’età. Nell’ottica cinese “il mondo salvato dai ragazzini” è una pericolosa allucinazione. Nella storia della Cina le rivoluzioni animate dai giovani sono associate a caos, a spargimento di sangue”.

Rampini fa un preciso riferimento storico: “L’ultimo esempio fu la Rivoluzione culturale: Mao Zedong, per consolidare il proprio potere, aizzò gli adolescenti contro insegnanti e genitori. Le Guardie Rosse furono un fenomeno generazionale contemporaneo al nostro Sessantotto ma molto più violento, una guerra civile. Se i giovani vengono idolatrati in Occidente, per Xi è segno che la nostra civiltà è in una decadenza terminale”.

In effetti non fu male nemmeno il nostro Sessantotto: anche noi ragazzotti eravamo aizzati contro insegnanti e genitori…

L’idealismo anche spropositato dei giovani è inevitabile. Ma sono gli adulti a governare a decidere in base ad un’esperienza, della vita e del lavoro, che i giovani non possono avere, che devono ancora maturare.

Chiudo con l’autentica sciocchezza detta da Papa Francesco: impariamo dai piccoli che sono più saggi di noi! Ma come? La saggezza non può che derivare dall’età (mica sempre, ovvio), ma per i piccoli sicuramente è un’autentica sconosciuta.

LE DUE MISURE UE SUI MIGRANTI

Due pesi e due misure da parte dell’Unione europea nell’accoglienza ai migranti:

Ti aspetti che l’unione sia sdegnata nei confronti della Polonia che ha schierato l’esercito e alzato i fili spinati per impedire l’ingresso dei migrati dalla Bielorussia. Invece non solo approva, ma addirittura finanzia l’azione placca.

Perché? Perché i migranti gridano “Germany, Germany!”, cioè considerano la Polonia solo un transito per andarsene in Germania. E i tedeschi, coi soldi Ue come già fatto con la Turchia, finanziano il blocco.

In Italia invece liberi tutti di arrivare. Dato fornito da Italia Oggi: “In un sol giorno 847 migranti sono sbarcati a Trapani, 385 sono arrivati a Lampedusa, 59 a Crotone, 68 a Santa Maria di Leuca e 16 ad Otranto. In fine 308 sono a bordo della nave Viking in attesa di sbarcare a Lampedusa.

L’Unione europea non muove un dito. Quando Draghi nell’ultimo vertice europeo ha cercato di ottenere la ridistribuzione, gli hanno risposto con gesto dell’ombrello…

Migranti solo un esempio. Due pesi e due misure su tante altre questioni a seconda degli interessi tedeschi e francesi.

A questo punto ci meravigliamo se ci sono gli antieuropeisti, quelli che vorrebbero uscire dall’Unione? Mi pare che dovremmo meravigliarci se non ci fossero.

NO VAX FIGLI DEL SESSANTOTTO

Si può essere sconcertati, sdegnati, per questa manifestazioni dei no green pass, che poi sono manifestazioni no-vax. Come avrete saputo sono arrivati anche ad aggredire una nostra troupe guidata dalla collega Marzia Pretolani.

Ma, in ogni caso, bisogna interrogarsi, sull’origine che è chiara: questi sono i figli del Sessantotto. Ci meravigliamo che non ascoltino gli scienziati? Noi sessantottini, confesso che c’ero anch’io, non ascoltavamo i professori: volevamo decidere noi cosa e come andava insegnato a scuola.

Abbiamo occupato le università per ottenere il voto politico agli esami, a prescindere dal conoscere le materie. Voto politico che fu il preludio all’attuale tutti promossi. Il nome corretto oggi non è pubblica istruzione, ma pubblica distruzione di ogni cultura, di ogni merito.

Una volta le famiglie mandavano i figli a ripetizioni private dai professori, perché c’era il rischio concreto della bocciatura. Oggi le ripetizioni private non esistono più perché la parola d‘ordine è diventata appunto il tutti promossi.

Ne deriva il crollo delle professionalità a tutti i livelli.

Perché le vaste e ripetute manifestazioni no-vax non ci sono negli altri Paesi europei? Perché in nessun altro Paese il Sessantotto durò anni come da noi.

Si può uscirne, si possono rieducare i no-vax? Sarebbe come credere che è possibile una rieducazione, il ritorno della pubblica istruzione, dopo i danni irreparabili del Sessantotto nostrano.

IL G20 DEI BANAL GRANDI

Un noto personaggio veneziano Valeri Manera, promotore del premio Campiello, aveva un fisico imponente ma una struttura culturale non altrettanto: spesso diceva banalità. E per questo fu soprannominato il “Banal Grande”.

Espressione ripresa dal Fatto che ha titolato in prima pagina: “Il G20 dei Banal Grandi”.

Arduo non essere d’accordo. Un vertice mondiale che non dice nemmeno la data ipotetica per por fine alle emissioni. Doveva essere imperniato sul contrasto ai cambiamenti climatici e alla fine indica il 2030 per limitare la temperatura a 1 grado e mezzo.

Per il resto sceneggiate: la monetina alla fontana di Trevi, la foto con medici e infermieri e via dicendo. Mario Draghi, ovviamente, ne è uscito bene: tutti a fargli i complimenti, anche perché prima di lui premier l’Italia contava zero a livello internazionale. Ma, per il resto risultati ben pochi.

Gli accordi internazionali sono complicati. Ci sono contrasti evidenti come quello che contrappone la Cina all’Occidente. Tant’è che l’accordo sui dazi è stato raggiunto tra Usa e Ue, ma non con la Cina. In ogni caso qualche accordo lo fai con trattative sottobanco, non con le mega sceneggiate pubbliche.

Che poi ci son problemi che non ti risolve il vertice internazionale ma che ciascun Paese deve affrontare. Esempio: i cittadini sono più preoccupati per l’aumento delle temperature o per il mancato aumento delle pensioni? In un Veneto, tanto per dire, dove un pensionato su due prende meno di mille euro al mese e deve affrontare la crescita impetuosa delle spese, dalle bollette ai carburanti.

Comunque è finito il G20 dei Banal Grandi. Non a caso svoltosi pochi giorni prima della Festa dei Morti…

Interessante anche il titolo del Tempo: “Ci prendono per gretini”.

 

PENSIONI, FORNERO LEZIONE A LANDINI

Elsa Fornero scrive su La Stampa una lettera al segretario della Cgil Landini, dove fa un quadro tanto dettagliato quanto drammatico della situazione dei giovani nel nostro Paese. Giovani che sarebbero i più penalizzati dal mancato innalzamento dell’età della pensione.

La Fornero ricorda che abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, nelle età tra i 20 e 34 anni uno su tre non studia né lavora, la percentuale di abbandono scolastico è elevatissima, abbiamo una delle più basse quote di laureati: “In tutte queste statistiche siamo tra i peggiori d’Europa”. Tanti i giovani italiani emigrati all’estero.

“Ma a questo quadro devastante la politica sembra solo marginalmente interessata: i giovani sono una minoranza e per giunta votano meno dei loro genitori e nonni”.

(Per non parlare che sono mosche bianche quelli che scelgono di iscriversi ad un sindacato)

Sempre la Fornero elenca la dissennatezza di misure adottate dal sistema pensionistico: dalla difesa dei “diritti acquisiti”, alle baby pensioni, ai tanti privilegi concessi, “all’illusione che i pensionamenti anticipati servano ad aumentare l’occupazione giovanile”. E per questo lei ribadisce che è indispensabile l’innalzamento dell’età pensionabile.

Ora è comprensibile che un sindacato pensi anzitutto agli interessi dei propri (anziani) iscritti; come per tutte le associazioni di categoria e le corporazioni. Ma un governo che voglia essere un minimo lungimirante non può guardare solo alla maggioranza degli elettori, genitori e nonni appunto.

Perché il futuro del Paese non sono certamente gli anziani. Sono i giovani e bisogna impegnarsi a garantire loro un futuro almeno meno drammatico; abbandonando Quota100.

Lezione indimenticabile questa della tanto vituperata Elsa Fornero.

L’INCERTEZZA REGNA SOVRANA

Finito lo spoglio delle comunali, tutti a chiedersi adesso cosa accadrà. Difficile dirlo, pare che l’incertezza sul futuro politico regni sovrana.

L’esito dei ballottaggi è indiscutibile: trionfo del Pd che, oltre a stravincere a Roma e Torino, ha conquistato quasi tutti i capoluoghi. Batosta di Lega e Fratelli d’Italia. Lega che è riuscita a perdere perfino a Conegliano, nel cuore del prosecco, cuore di Luca Zaia che aveva fatto di tutto per appoggiare il candidato leghista. Stessa cosa a Bovolone, dove pure erano andati Giorgetti, Salvini, lo stesso Zaia a sostenere Silvia Fiorini. Niente da fare.

Ma le politiche, si sa, sono sempre diverse dalla comunali. Va messa in conto anche la scomparsa dei 5 Stelle che non hanno conquistato nemmeno un comunello sperduto.

Letta conferma la piena fiducia a Draghi ed esclude il voto anticipato. Ma Giuliano Ferrara ha scritto che è impensabile che Draghi resti a fare il premier fino al 2013.

Dunque? Il primo nodo resta a febbraio l’elezione del presidente della Repubblica.

Intanto il Riformista scrive che non esiste destra senza Berlusconi. O lui torna a fare il federatore o le divisioni tra Salvini e la Meloni saranno fatali anche alle prossime politiche. Ma il Cavaliere avrà la forza di tornare a guidare il centrodestra? Alternative a lui in Forza Italia sono inesistenti.

Quindi al momento non si può che concludere: l’incertezza sul futuro politico regna sovrana. Si capirà qualcosa di più il febbraio prossimo con la scelta del successore di Mattarella.