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IL PADOVA CHE CI PIACE

Pensavo durante la partita di oggi contro il Sudtirol alla significativa metamorfosi che ha avuto il Padova rispetto all’inizio del campionato. Eravamo ancora in vantaggio di un solo gol, Altinier doveva ancora svettare sopra tutti per chiuderla dopo la perla di Emerson, eppure si capiva già che la partita di oggi sarebbe stata portata in salvo (così come ad Ancona, invece, si avvertiva che qualcosa poteva andare storto, come poi è stato, nei minuti finali).

Questa squadra è bravissima a farti vivere sulle sensazioni. Se tu senti che è una giornata storta, ahimè, sarà una giornata storta. Se però in cuor tuo percepisci che non ti tradirà, non ti tradirà, puoi starne certo. Questione di maturità, di consapevolezza, di forza, di meccanismi rodati che finalmente oggi sono splendide realtà nel Padova di Oscar Brevi.

C’è sempre chi chiede il bel gioco. Be’, si accomodi su un’altra tribuna, anzi, direttamente in un’altra categoria. Qui (in Lega Pro, dove, ricordo a chi ha la memoria corta, abbiamo patito quasi un decennio con un presidente che ogni anno tirava fuori i milioni prima di tornare in B) l’obiettivo è diventare una squadra sempre più importante per puntare ad aggredire la vetta della classifica e restare in alto. Forse belli da vedere non saremo mai, ma felici e vincenti sì. Meglio così va’…

P.S.: mi fa piacere che, dopo due partite in cui gli episodi legati alle decisioni dell’arbitro sono stati fin troppo importanti, abbiano mandato un direttore di gara esperto e affidabile. Dalle nostre parti non si chiede mica la luna, nè tantomeno regali o favori. Solo quel che è giusto. Ovvero che se su Germinale c’è un rigore lo si fischi e se su Bindi c’è una carica irregolare la si segnali. Tutto qui.

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