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BREVE INTERMEZZO: KENYA

Non che sottovaluti le “bagatelle” nostrane che ci vedranno impegnati il 4 Marzo.
Non che sottovaluti che gli Umani dalla pelle diversa dalla nostra, specie se nera ed indipendentemente che si tratti di musulmani o meno, sono un “somaro di battaglia” per certe forze politiche.
Non che sottovaluti una recente trasmissione dove gli “economisti” dei vari partiti parlavano di miGLiardi di euro come noi da ragazzini giocavamo a “muretto” con le figurine.
Non sottovaluto nessuno.
Però sono appassionato di politica estera, sottovalutatissima dai media nostrani (solo Sky dedica mezzora al giorno a quei problemi, dalle 19.30 alle 20.00).
E poi, per “vari” motivi mi interesso di politica dei paesi africani, il Kenya in particolare, che SEMBRAVA rimanere una simil-democrazia di quel continente.
Dico sembrava perchè ciò che è accaduto dall’Agosto 2017 a ieri prennuncia la sua inesorabile fine, con una sempre più probabile guerra civile.
Agosto 2017, travagliate elezioni.
Vince con largo margine il Presidente uscente (Kenyatta).
Le elezioni vengono annullate per presunti (quasi certi) brogli elettorali.
Bene, si decide di ripetere le elezioni a Novembre.
In tali elezioni il Presidente uscente rivince con un larghissimo margine.
Lo sconfitto, Raila Odinga, laureato in economia nell’allora Germania Est e ammiratore di Fidel Castro, rifiuta il risultato, che invece verrà in seguito considerato valido.
In sè, gli studi in Germania Est e il Russia, non significano niente di particolare, sono solo note biografiche, e comunque Raila non è un fesso, è solo totalmente spregiudicato e conosce “il mal della bestia” del suo paese.
E’ di etnia Luo, la seconda per entità che si considera l’elite intellettuale del Kenya perchè tra le sue file ha la maggioranza di sindacalisti, insegnanti, ma pochi industriali.
Detesta i KiKuyu, principale etnia del Kenya, nonostante essi siano stati i più accaniti oppositori del colonialismo inglese, ma quando gli inglesi se ne andarono dal Kenya, li considerarono i principali e affidabili interlocutori della Gran Bretagna ed affidarono a loro quasi tutte le loro ex-proprietà ed industrie.
Ma torniamo al bi-sconfitto elettorale Raila.
Che cosa ha fatto giusto ieri: ha radunato i suoi nella principale piazza di Nairobi e si è AUTOPROCLAMATO Presidente del Kenya con tanto di giuramento formale.
Il Governo “legittimo” (in Kenya le virgolette sono sempre d’obbligo) ha risposto con una idiotissima iniziativa: ha OSCURATO tutte le principali reti televisive (principale fonte d’informazione della popolazione, che non legge di norma i quotidiani), e ovviamente sta regnando il caos.
E pensare che fino ad una quindicina d’anni fa il Kenya veniva considerato il paese con la democrazia “meno instabile” (stabile, in Africa, è una parola priva di senso).

P.S.:
Sarei anche un tantino preoccupato per motivi personali, visto che ho già comprato il biglietto aereo a mia moglie per venire due mesi in Italia, compilando una serie di documenti costosi che, profughi e clandestini a parte, non sono del tutto convinto vengano compilati per tutti gli africani (pardon, africane) che vedo in città.
E pur con tutti i documenti in regola, certificati matrimoniali REGOLARI compresi, non le hanno ancora concesso il VISA (visto).
Domani chiamerò per la terza volta il Ministero degli Esteri e vedaremo…

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