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RESTIAMO SCETTICI

Non riesco proprio a togliermi dosso lo scetticismo. Chiamatemi scettico di professione. A me questo Verona, anche quello che vince, proprio non esalta. Capisco l’importanza dei tre punti di venerdì sera, soprattutto nell’ottica di salvare la panchina a Grosso, ma continuo ad avere perplessità su questa squadra. Il gioco mi annoia terribilmente, non vedo fiammate, non vedo intensità, non vedo gioia. Vedo, questo sì, un attaccante relegato in panchina ad ammuffire che ha segnato la sua nona rete in una delle sue rare apparizioni e continuo a chiedermi quale gigantesca cavolata sia ritenerlo uguale a tutti gli altri. Vedo giocatori mescolati come giocatorini del subbuteo, misteriosamente accantonati e poi riproposti, senza una logica, senza senso, con il rischio di metterli alla berlina, di esporli a figuracce.

Vedo gare che restano in bilico quando dovrebbero essere chiuse e sepolte contro avversari mediocri, vedo una squadra che avrebbe dovuto ammazzare il campionato e che invece è ancora lì dietro e chissà dove sarebbe finita senza questi sei punti. Mi chiedo quale prospettiva, quale progetto, quale entusiasmo si crea con questo modo di giocare, che sbocchi avremo se mai si dovesse raggiungere la serie A. Insomma, resto scettico, lo sono in fondo anche per Grosso che ha detto che vuole provare a convincere tutti quelli come me (e siamo in tanti) a suon di vittorie. Almeno il nostro scetticismo sarà servito a qualcosa. Sarà difficile, comunque, perché neanche un risultato positivo e oggettivamente importante come questo è riuscito a liberarmi da questo nodo di perplessità che mi porto dentro.

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