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UN BRODINO CHE NON SERVE A NIENTE

Come volevasi dimostrare. Come sempre succede dopo una sconfitta purulenta, il Verona reagisce nel tentativo di dimostrare che tutta la squadra, la società, persino i massaggiatori sono con l’allenatore. Il punticino di Pescara è il solito brodino (di dado) che in realtà non testimonia niente. Allontana solamente le (finte) voci di un cambio di panchina (che francamente a tre giornate dalla fine sarebbe stata la pagliacciata conclusiva).

Setti procede con coerenza nel suo progetto calcistico teso ad allontanare la gente di Verona dal Bentegodi, mentre Grosso aggiunge perle alla sua collana di errori stagionali. L’incomprensibile formazione di oggi con la bocciatura di Di Carmine e Pazzini (finalmente vicini, ma in panchina come ha scritto un tifoso durante Alè Verona), con Faraoni out (il migliore quando è entrato), lo spaurito Danzi a centrocampo e la solita difesa in cui su quattro giocatori, due sono fuori ruolo, ha permesso al mediocre Pescara di Pillon di uscire imbattuto dall’Adriatico.

E così si va avanti con il ridimensionamento degli obiettivi, riadattati settimana per settimana allo schifo vigente (CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO). Fino a consunzione totale delle nostre gonadi.

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