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IL PAGELLONE DI PESCARA-VERONA

SILVESTRI 7.5 Lo guardi fare anche le cose più semplici e ti domandi come sia possibile che l’anno scorso, in una stagione disgraziata, abbia fatto la riserva di Nicolas. Anche a Pescara, una sicurezza, qualsiasi cosa faccia. Ti credo che c’è la fila in serie A per prenderlo. Sarebbe uno scempio farselo scappare, dopo anni di portieri mai convincenti fino in fondo

FARAONI 6.5 Si è rivisto il bel giocatore di un paio di mesi fa: diligente dietro, prezioso in fase di arrembaggio. Anche la condizione fisica è in decisa ripresa e questo non può che far contento mister Aglietti. Dalle sue parti non si passa e anzi, chi se lo trova di fronte ha poco da stare allegro.

DAWIDOWICZ 7+ Decide di fare l’imperatore della difesa nella partita finora più importante della stagione. Domina l’area con facilità, concedendo pochissimo se non nulla ai pescaresi. Strepitoso il salvataggio all’83° quando in scivolata protegge Silvestri e lo 0-1 a due passi dalla linea di porta. Finalmente.

EMPEREUR s.v. Costretto ad uscire per un problema al flessore della coscia destra. Difficile rivederlo in campo nel doppio scontro col Cittadella.

BIANCHETTI (dal 22° p.t.) 7 Entra a freddo per l’infortunio di Empereur, ma trova il calore dentro di sé per non farsi trovare impreparato. Attento e concentrato su ogni pallone che gli arrivi a tiro, prova, come sempre, anche a pizzicare in avanti, in occasione dei tanti calci piazzati. Si prende la finalissima che, probabilmente, giocherà da titolare.

VITALE 6.5 Tanti cross dal suo piede, molti calibrati con intelligenza, ma non sfruttati bene dagli attaccanti. Si trova bene con Laribi e i due confezionano sovrapposizioni che creano spesso superiorità a sinistra. Rispetto alle ultime uscite, un bel passo avanti anche dal punto di vista atletico.

HENDERSON 6 Tanta legna per lui, che corre con spirito di sacrificio in un centrocampo non certo brillante per dinamismo. Si sbatte con volontà, perdendo un po’ di lucidità sotto l’aspetto della qualità. Ma i suoi compagni sanno che possono contare sulla sua corsa quando il fiato si fa corto.

GUSTAFSON 7 Come all’andata del Bentegodi, anche all’Adriatico domina il centrocampo con fare spigliato. Controlla un numero innumerevole di palloni, quasi tutti dispensati con saggezza. Magari lento di gambe, è però velocissimo di pensiero e fa sempre la cosa giusta al momento giusto.

COLOMBATTO 7 Un fantasma sotto la gestione Grosso, finito ai margini della squadra e spesso lasciato ad ammuffire in panchina. Con Aglietti rinasce e si riprende il centrocampo nella partita più calda della stagione. Piedi sempre educati e grande senso della posizione. Viene graziato da Abbattista che gli risparmia il secondo giallo. Ci pensa Aglietti a spegnerne i bollori sostituendolo.

PAZZINI (dal 23° s.t.) 7 Ma che ve lo dico a fare… Metà rigore è merito suo, vista la bellissima sponda per Di Carmine. Ma non è solo quello. Tiene tanti palloni, fa respirare la squadra, si prende scarpate a destra e sinistra, sfodera tutta l’esperienza dei suoi 34 anni. Quando Pillon lo vede entrare in campo, se la fa sotto, mette un difensore per un attaccante e forse è proprio lì che perde la partita, cambiando l’equilibrio dei suoi. Pazzini è anche questo, elemento di disturbo psicologico che toglie certezze agli avversari.

MATOS 6 Gira e rigira, questo è Matos. Tante puntate a testa bassa, ma la concretezza è un’altra cosa. Per carità, in alcuni frangenti riesce anche a scappare ai difensori del Pescara, ma poi, nove su dieci, sbaglia l’ultimo passaggio.

DI CARMINE 7.5 E’ un altro giocatore, non ci sono dubbi. Fisicamente, ma soprattutto di testa. La sensazione è che si sia tolto dalle spalle uno zaino con cento chili di mattoni. E’ il terminale di ogni azione gialloblù e lo scatto che fa sull’assist di Pazzini, in occasione del rigore concesso da Abbattista, è da vero cobra. Glaciale di fronte a Fiorillo quando mette dentro il penalty che regala una finale che tutti noi, fino ad un mese fa, pensavamo ipotesi ridicola.

LARIBI 6.5 Tante belle giocate a sinistra, bravo a sgusciare in area di rigore abruzzese. Non sempre preciso nell’ultimo passaggio. Anche lui, però, come Colombatto e Di Carmine, è decisamente rigenerato dall’avvento di Aglietti. Esce per fare posto a Lee.

LEE (dall’11° s.t.) 5.5 Non entra bene in partita e non riesce a dare la velocità che gli sarebbe richiesta, soprattutto davanti ad avversari spompati.

AGLIETTI 7 Dopo la batosta di Cittadella, in pochi credevano che il suo Verona potesse trovare le forze per tentare l’impresa. E invece lui ce la sta facendo. Ha dato un’anima ad un gruppo da elettroencefalogramma piatto, ha rimesso le cose al loro posto, con semplicità, senza formule magiche da piccolo chimico. Da due partite la sua squadra non prende gol. Centra un successo clamoroso e tutto ora torna dove per lui è cominciato: a Cittadella. Obbligatorio cancellare quella figuraccia che ha dato il via alla rinascita dell’Hellas.

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