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IL PAGELLONE DI VERONA-CITTADELLA

SILVESTRI 6 Passa una serata da spettatore, per merito dei compagni che lo proteggono alla grande e per demerito di un Cittadella capace di tirare per la prima volta verso la porta, manco nello specchio, solo nei minuti finali del primo tempo. Sempre prezioso nelle situazioni di mischia, quando protende le braccia verso il cielo per prendere ogni pallone che passi dalle sue parti.

FARAONI 6.5 Beneficia della serata magica di Laribi, col quale si trova alla perfezione. Corre come un matto su quella fascia destra e per i giocatori del Cittadella sembrano non esserci contromisure all’altezza. Polmoni a mantice per un finale di stagione che fa ben sperare per il prossimo campionato di A.

DAWIDOWICZ 7 Oggi una sicurezza. Impossibile passare dalle sue parti. Ingaggia un duello rusticano con Diaw, fatto anche di qualche colpo sporco e ne esce trionfalmente. Ottima l’intesa con Bianchetti, dall’inizio alla fine.

BIANCHETTI 7 In tanti avrebbero voluto vederlo dal primo minuto anche a Cittadella, nella partita di andata della finalissima. E lui ha fatto capire il perché. Calma olimpica ad ogni pallone che gli arrivi tra i piedi. Un grande segno di crescita questo, per uno che ha sempre dimostrato qualche incertezza nelle fasi di gestione dell’azione. Ma le vicende del campo e della vita (alla voce infortuni), evidentemente, gli hanno dato qualcosa in più, che prima non aveva.

VITALE 8 Semplicemente esaltante, un’opera d’arte. Avesse trovato anche il gol sarebbe stato di gran lunga il migliore in campo. Avrà messo dentro una cinquantina di cross, uno più bello dell’altro. Peccato che non sempre i compagni ci siano arrivati. Bravo anche a puntare verso la porta, mandando in confusione i padovani. Monumentale.

HENDERSON 6+ E’ quello che si sobbarca il lavoro sporco, quello che magari non vedi, quello che pare inutile, ma che invece aiuta chi sta meglio fisicamente a esprimersi come si deve. Si sacrifica per portare sugli scudi i compagni di reparto, su tutti Zaccagni.

PAZZINI (dal 66°) 7 Entra come una forza della natura, sospinto dall’urlo di più di 20 mila tifosi gialloblù. Con la voglia che aveva, sono sicuro che gli scocci non poco non aver messo il suo nome tra i marcatori. Ma confeziona un assist al bacio per Laribi che dà al Verona il gol della sicurezza. E poi tante sportellate e tanto mestiere contro i quali il Cittadella non sa proprio cosa fare.

GUSTAFSON 6.5 Ordinato, preciso, fa le cose giuste, al momento giusto. Non si ritrova anche questa volta Schenetti sul groppone ed è quindi più tranquillo nel gestire il “cervello” del Verona. Esce dal campo prima della fine, stremato, dopo aver dato tutto.

MUNARI (dal 76°) 6 E’ un vecchio volpone e sa come si gestiscono certi momenti. Porta tutta la sua esperienza alla causa di questo Verona.

ZACCAGNI 8 Qualità, quantità, intelligenza tattica, capacità di inserimento, fiuto per il gol. C’è da aggiungere altro? Aglietti non lo ha rischiato nella gara di andata e ha avuto ragione perché oggi questo ragazzo ha tirato fuori la sua partita migliore in stagione. Bellissimo il gol, da vedere e rivedere. Mi auguro che non sia frettoloso quest’estate e che decida di vivere la prima vera serie A da protagonista col Verona.

LARIBI 7.5 Uno di quelli nei quali Grosso non aveva più alcuna fiducia e che Aglietti ha restituito al calcio. E meno male, perché questo finale di stagione è stato un piacere vederlo giocare, un calciatore assolutamente irriconoscibile in positivo rispetto al “fantasma” dei mesi precedenti. Tanta qualità nelle scelte, nelle giocate, e poi il gol che fa impazzire il Bentegodi, che può finalmente mettersi tranquillo e aspettare solo il triplice fischio finale.

DI CARMINE 8 Gioca una partita sporca, tante spizzate, qualche corsa a vuoto. Non sempre puntuale sui cross dei compagni. E poi cosa fa? Si inventa un capolavoro, un gol di fattura sublime, che diventa di diritto uno dei più belli visti dai tifosi dell’Hellas. Con un peso specifico, tra l’altro, di non poco conto: vale la serie A. Poca roba eh. Bravissimo.

DI GAUDIO 6 Non ha i 90 minuti nelle gambe, ma fino a che ha benzina, non si risparmia. Quando va in riserva, con i muscoli che cominciano a tirare, Aglietti non può fare altro che chiamarlo in panchina.

MATOS (dal 57°) 6 Partecipa alla festa, quando ormai il Cittadella non ha più la forza di reagire. Non deve fare i miracoli.

AGLIETTI 7.5 Questa promozione è soprattutto sua, capace, con quell’aspetto che a volte sembra dimesso, di rendere di nuovo bello il Verona. Nella gara di andata non ha dato sicurezza e tranquillità a suoi. Cosa che gli è riuscita alla grande in questa serata che diventa l’acuto della sua carriera da allenatore. Un tecnico intelligente, un uomo ancora di più che ha capito come anche l’empatia e il dialogo vero possano rimettere le cose al loro posto.

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