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IL PAGELLONE DI VERONA-FIORENTINA

SILVESTRI 7 Se la vede “brutta” solo nell’occasione in cui si trova faccia a faccia con Vlahovic, ma di piedi, stile Garella, se la cava senza particolari apprensione. Poi, come quasi sempre ci ha fatto vedere quest’anno, si è confermato sui suoi livelli. Una sicurezza per i compagni della difesa, ma anche per i tifosi sugli spalti che sanno che, quando la palla arriva dalle sue parti, c’è da stare tranquilli. Sarà anche merito suo se quella del Verona è la seconda miglior difesa della serie A…

RRAHMANI 7.5 Un gigante, nel vero senso della parola. Sovrasta come un’eclissi il povero Ribery che, a onor del vero, è l’unico che tenta di inventare qualcosa per la Fiorentina. Il kosovaro non gli concede un centimetro, lo disinnesca, costringendolo a fare il minimo sindacale. Sta dimostrando una crescita costante, non sono a livello tecnico, ma anche di condizione fisica. Tatticamente è esemplare. Mai in affanno, mai costretto a rincorrere. E prima o poi, statene certi, troverà anche il gol.

GUNTER 7 Che partita!!! Per lui vale lo stesso discorso fatto per Rrahmani. Non sbaglia mai, ogni pallone che gli capiti a tiro, lo gestisce con calma olimpica. E, badate bene, non se la cava spazzando l’area alla “viva il parroco”, ma molte volte esce palla al piede, con giocate di classe. E’ innegabile che la sua pozione sia proprio questa, al centro della difesa. Qui ha fatto vedere il lato migliore di sé. Ha sfiorato il gol in due occasioni. Sarebbe stato il top per una prestazione giù di livello assoluto.

BOCCHETTI 6.5 La preoccupazione per lui poteva essere solo fisica, perché per qualità ed esperienza mi pare che ci sia poco da dire. La notizia buona è proprio questa, Salvatore ha retto più che bene fino all’81’, quando, ovviamente stanco, ha lasciato spazio a Dawidowicz. Ha presidiato la sua parte di campo in maniera impeccabile e puntuale. Il suo recupero è fondamentale per Juric, anche per permettere a chi si fa il mazzo dall’inizio dell’anno di rifiatare un po’.

DAWIDOWICZ (dal 37′ s.t) s.v.

FARAONI 6.5 Anche quando non fa la sua miglior partita, gioca bene. Questo vuol dire continuità di prestazioni, in questo è esemplare. Meglio il secondo tempo rispetto al primo. Prende coraggio, iniziativa e smorza le seppur flebili velleità dei Viola. E poi, come dimenticarlo, è uno dei protagonisti della spettacolare azione che regala il gol vittoria a Di Carmine e al Verona. Impossibile farne a meno.

AMRABAT 7 E’ inspiegabile questo giocatore, senza logica. Un po’ come Benjamin Button che nasce vecchio per poi ringiovanire, lui prende forza con il passare dei minuti. Quando gli altri si spompano, lui diventa d’acciaio. Il primo tempo è buono, ma non sensazionale. Il secondo è devastante. Vince ogni contrasto e aiuta Rrahmani a francabollare Ribery. Godiamocelo finché veste la maglia del Verona. Perché ho la sensazione, e probabilmente anche voi, che qui sia solo di passaggio. Purtroppo.

PESSINA 7 Non è Veloso, e lo sa anche lui. Ma questo non gli impedisce di prenderne il posto in maniera impeccabile, al punto tale da non far rimpiangere il portoghese, se non come arma pure nei calci piazzati. E’ un piccolo ragioniere, sapiente nel non sprecare nulla. Con lui, che ha tanta qualità, soprattutto con quel sinistro, la palla è al sicuro. E su un campo che non sarebbe ideale per il suo fisico, è proprio di fisico che gioca facendo il secondo violino del centrocampo, lasciando magari ad Amrabat le giocate più roboanti e, va da sé, più facili da applaudire. Ma quanti applausi si merita anche lui…

LAZOVIC 7.5 Ohi la là Mister Darko, che meraviglia. Un portento, indemoniato, direi. La sua miglior partita da quando veste la maglia gialloblù. Per difensori/centrocampisti/attaccanti della Fiorentina è impossibile contenerlo. Solo stendendolo avrebbero potuto, se solo fossero riusciti a prenderlo. Quanta qualità e quanta corsa per il serbo, in grande crescita di condizione fisica. E, non dimenticatevelo mai, fa anche il difensore e lo fa bene. Bravissimo.

VERRE 7 La prima mezz’ora di partita è da stropicciarsi gli occhi. Nei miei appunti aggiungo un “più” ad ogni azione positiva e lui ne ha fatto incetta. Ecco, adesso sta trovando la continuità della quale ha bisogno, soprattuto nel corso di una stessa partita. E’ stata la sua gara più costante, impreziosita da giocate di qualità altissima. Datemi del matto, non importa, ma nelle movenze mi ricorda Zidane. Nelle movenze, non iniziate a insultarmi. E’ delizioso vederlo accarezzare il pallone, ma paradossalmente la cosa migliore la fa proprio quando non lo tocca: quel velo che gli regala di diritto una buona percentuale del gol di Di Carmine

SALCEDO 7 La cosa che impressione di più di questo baldo diciottenne, che non è alto due metri, è la capacità di elevazione. Di testa non teme chi ha centimetri in più di lui. Lo ha dimostrato contro il Brescia, e lo avrebbe fatto anche oggi se non si fosse messo di mezzo Dragowski a negargli la gioia del gol. Sente di avere responsabilità sulle spalle, ma non ne ha paura e ripaga mister Juric della fiducia data. Ci farà divertire ancora tanto Eddie.

ZACCAGNI (dal 27′ s.t.) 6 Contribuisce anche lui a questa bella vittoria, aiutando i suoi a stringere i denti nei minuti finali.

DI CARMINE 7 Non stava brillando, siamo onesti. E quella grande occasione sciupata nel primo tempo, a tu per tu, solo davanti a Dragowski, poteva rimanere una nuvola nei suoi pensieri. Invece, ha comunque lottato e i suoi sacrifici sono stati ripagati con un’azione magistrale, corale, nella quale lui è stato perfetto terminale. Un gol bello, bellissimo tra l’altro. Il primo in serie A, il centesimo della carriera. Sotto la Curva Sud. Cosa chiedere di più? Forse un po’ di continuità di presenze dal primo minuto, visto che ora ha fatto pace anche con Juric.

STEPINSKI (dal 39′ s.t.) s.v.

JURIC 8 Lui è il vero bomber del Verona, su questo dobbiamo tutti essere d’accordo. Mai ruffiano, mai alla ricerca di facile consenso. Anzi, quasi lo rifiuta. Ma vorrà dire qualcosa se sia già entrato nel cuore dei tifosi. Deve rinunciare a due pezzi da 90 come Kumbulla e Veloso, eppure non cambia l’anima del suo Hellas, che mette insieme la più bella prestazione non solo di questa stagione, ma anche degli ultimi anni. Intensità, corsa, fisico, polmoni ma sopratutto, tanta, tantissima qualità. Quella che non ci aspettavamo, ma che invece c’è. E’ l’allenatore più simile a Bagnoli, secondo me. Non tanto per il modo di giocare, chiaramente segnato da una diversa epoca, ma per la sua capacità di mettere i giocatori al loro posto e nelle migliori condizioni per fare bene. Tutti sanno cosa devono fare. In questo ha già vinto la sua sfida. Un fuoriclasse.

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