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ASIA MINORE, LA NAVE SCUOLA

Nella vicenda di Asia minore, come la chiama oggi Il Tempo nel titolo di prima pagina, c’è un commento scontato: chi di coscia ferisce, di coscia perisce, come scrive Libero. Siamo sempre a Pietro Nenni: “a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”. Lei la prima povera vittima che denunciò il molestatore Weistein, si scopre ora molestatrice e carnefice sessuale del Bennet diciasettenne.

Scontato, inevitabile. Meno scontato sarebbe invece cominciare a distinguere. Nessun dubbio a condannare la pedofilia e lo stupro. Ma vogliamo andarci cauti con queste molestie, questa violenza sessuale che distruggerebbero la vita, segnerebbero per sempre l’esistenza anche di persone adulte e (più o meno) consenzienti?

Lo scrive perfino Massimo Gramellini sul Corriere che tutti noi a 17 anni saremmo stati ben felici per l’aggressione di una “nave scuola” di 37 anni come Asia Argento che ci introducesse ai rituali del sesso più sfrenato…Altro che trauma.

Quindi se è ridicolo credere che Asia minore sia stata traumatizzata e segnata a vita da Weistein, altrattanto ridicolo è che lo abbia dichiarato contro di lei questo Jimmy Bennet arrivando ad incassare un risarcimento di ben 380 mila dollari. (Ma quando mai la vile pecunia serve a cancellare un trauma così profondo e feroce?…)

Si arriva dunque al mercato delle presunte molestie da monetizzare. Ci si arriva grazie ad un sistema dei media che prende per oro colato e divulga una qualsiasi accusa di violenza sessuale senza che prima ci sia – non dico una sentenza di condanna – ma nemmeno una minima verifica di quanto accaduto sul serio tra coppie etero o omo di varie età.

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