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TENEMOS POCOS HUEVOS

Tutti indignati, qui da noi, con quel “troglodita” (Repubblica dixit) di Diego Simeone che, dopo aver asfaltato la Juve col suo l’Atletico, ha mostrato gli attributi al pubblico dello stadio madrileno. Los huevos, come li chiamano gli spagnoli.

I quali, spagnoli, indignati non lo sono per niente; tant’è che El Pais – il quotidiano iberico più diffuso – ha titolato fiero: “Tenemos muchos huevos!”

Se vogliamo, più che scandalizzarci per il gestaccio volgare di Simeone, dovremmo forse riflettere su un problema per così dire collaterale: che noi italiani in genere, e non solo i giocatori della Juventus, “tenemos pocos huevos”…non facciamo quasi mai mostra di avere attributi.

Attributi indispensabili se vuoi difendere l’identità, la cultura e anche il ruolo internazionale del tuo Paese. Tanto per citare gli ultimi: Berlusconi, Monti, Renzi e Gentiloni nelle trattative con la Ue a Bruxelles hanno mostrato, non pocos, ma zero huevos…Quindi Conte è la norma, non certo l’eccezione.

Saranno, come ci ricorda l’inno nazionale, i tanti secoli in cui fummo “calpesti e derisi” che ci hanno portato ad essere accoglienti, più accomodanti che combattenti. In larga misura (e con le dovute eccezioni) noi italiani siamo un popolo bio (degradabile), preoccupato anzitutto di mangiare biscottini “senza olio di palma”, di mettere la mascherina per difenderci dall’inquinamento, di fare jogging (non proprio un arte marziale). Emblematici anche i nostri calciatori: invece che impegnarsi a vivere da atleti, il loro primo pensiero da fighetti è l’ultima moda dell’acconciatura (ora stile Kim Jong-un), è che tatuaggio mettere nell’ultimo centimetro di pelle disponibile.

Siamo così anche a prescindere dai nostri regimi. Il Duce alla fine divenne il servitor cortese di Hitler, i governi repubblicani del dopo guerra ascari degli Stati Uniti, per poi finire in ginocchio da Frau Merkel. Quando ci ordinarono, contro i nostri interessi, di bombardare Gheddafi rispondemmo in coro “sì sior!”. Huevos nostrani non pervenuti.

Pensiamo anche al modo in cui affrontiamo le tante riforme radicali di cui avrebbe bisogno il nostro Paese: una marea di chiacchiere che alla fine si traducono in biscottini senza olio di palma che le tante corporazioni (prime responsabili della paralisi italiana) sgranocchiano con piacere.

Sarà significativo di quanto ci siano estranei gli attributi: appena uno tenta di mostrarli e – comunque lo si giudichi – è il caso di Matteo Salvini, subito viene definito “un troglodita” esattamente come Diego Simeone…

Perché noi invece siamo autentici gentlemen. Doveva ricordarsene Allegri: di fronte al collega allenatore che esibiva los huevos, lui doveva mettersi prono e col sederino al vento; da educato gentiluomo appunto.

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