Ho imparato in questi anni che niente e nulla è più opinabile di un bilancio. Sì, proprio così: il bilancio che è fatto di aride cifre, di inoppugnabili numeri, in realtà si presta a svariate interpretazioni a seconda di come lo volti e lo guardi. Intanto, la prima cosa che ti dice un qualsiasi commercialista è la seguente: questo è il bilancio, ma non bisogna crederci. Come non bisogna crederci? Sì proprio così, perchè ognuno tira un po’ di là, aggiusta un po’ di qua, pareggia di su, ammortizza di là. E poi ci sono sempre le “pieghe” di un bilancio. “Bisogna vedere tra le pieghe” ti dicono quelli più abituati alla materia. E quando inizi poi a parlare di una società di calcio, salvati cielo. Lì è davvero impossibile capirci qualcosa. In mezzo alle plusvalenze (vere? fittizie? Diceva un economista di rango che è come se io e te ci scambiamo un armadio e un comodino: ogni volta che ce li scambiamo il loro valore continua ad aumentare. Però si tratta sempre dello stesso armadio e dello stesso comodino…). Prendete i discorsi che ormai da dieci anni si fanno sul bilancio del Verona. Pastorello diceva che il bilancio era sano. Sì, quello dell’Hellas, forse. Ma di certo Pastorello evitava di dire che la controllante del Verona (la famosa P&P) era gravata dai debiti. E che tutti i problemi nascono da quell’esposizione eccessiva. Chi voleva il Verona (ramo d’azienda?) doveva acquistare tutto il pacchetto (P&P o debiti della P&P). Su questo è stato impossibile fare chiarezza. L’impressione è che giocando dialetticamente sui termini tecnici tutti barano sapendo di barare. Ma quello che è certo è che tutti coloro che si sono avvicinati al Verona, hanno ritenuto eccessivo l’investimento. Mentre da parte del venditore la risposta è stata sempre quella: l’offerta non è congrua. Ma quando mai arriverà un’offerta congrua? Chi la stabilirà? Il venditore o il mercato? E chi deve mettersi una mano sulla coscienza e l’altra sul portafoglio? Se i conti sono un’opinione, allora su cosa bisogna basarsi? Ma soprattutto: perchè ci sono questi debiti dopo aver venduto sistematicamente tutti i migliori giocatori? E quanto varrà il Verona in caso di discesa in C2? Quanto ha perso di valore la società in questi anni? Aramini, Tosi, Bussinello, Paiola, Martinelli, Andreoli, ci date una mano a capire? O deve essere solo il fallimento la “grandi livella” che ci permetterà di capire qualcosa sul bilancio dell’Hellas?
Gianluca Vighini
Gianluca Vighini inizia giovanissimo a perseguire la sua grande passione: il giornalismo. Già a 16 anni collabora con Tele Valpolicella dove si occupa di sport e conduce varie trasmissioni sportive.
Dopo la maturità classica si iscrive a Scienze politiche e inizia a collaborare con il Gazzettino e la Gazzetta dello Sport. A 21 anni, dopo essere diventato giornalista pubblicista, viene assunto dal gruppo Telenuovo dove inizialmente è redattore al settimanale Nuovo Veronese. Qui cura le pagine sportive e di cronaca bianca. Nel 1987 inizia anche a collaborare con la televisione. Nel 1988 entra nella redazione di Telenuovo dove diventa giornalista professionista a 25 anni. Si occupa di cronaca nera seguendo, tra l’altro, il rapimento di Patrizia Tacchella.
Nel 1991 partecipa alla nascita del Nuovo Veronese quotidiano di cui diventa il responsabile delle pagine sportive seguendo come inviato l’Hellas Verona.
Nel 1998 diventa caporedattore di RTL Venezia, costola regionale di RTL 102.5. Dopo una breve esperienza a Roma dove dirige le pagine sportive di Liberazione, torna a Telenuovo dove inizia a condurre varie trasmissioni sportive e in coppia con Luca Fioravanti, vara il tg sportivo Tg Gialloblu. Su indicazione dell’azienda fonda anche Tggialloblu.it, il primo sito sportivo veronese.
Dirige e conduce la popolare trasmissione Alé Verona e ha ideato la trasmissione Supermercato. Da aprile 2021 è il direttore delle testate online di Telenuovo.
E’ anche un grande appassionato di cucina.
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