L’ottava giornata ci riporta dritto sulla terra. Non che avessimo volato poi tanto alto, ma è dopo questo pareggio con il Cagliari così strano e incredibile che ogni possibile illusione si infrange sulla realtà. Poteva essere ma non è stato. Poteva essere un campionato un po’ diverso, un po’ meno sofferto, un po’ meno duro degli ultimi e invece non sarà così.
Non voglio essere catastrofico ma solo realista: i punti sono quello che sono e se sono quelli vuol dire che è quello che ci meritiamo. Inutile star qui a rimuginare o a piangere. Questo è quello che vale attualmente il Verona. Una buona squadra costruita da Sogliano con il solito budget molto risicato, che potenzialmente potrà avere un sviluppo interessante. Al momento, purtroppo, questo sviluppo non c’è stato. L’upgrade è mancato e anzi, mi pare che il peso dell’aspettativa che si è creata attorno ad alcuni giocatori molto “pompati” dai social (Orban per dirne uno) abbia creato più danni che benefici.
Prima ci rimettiamo a pensare che salvarsi sarà un’altra impresa durissima, meglio è. Se il Verona è migliorato, lo sono e moltissimo tutte le avversarie. Il livello e lo diciamo da tempo, si è alzato, pensare oggi a tre squadre che andranno in serie B, è veramente difficile. E sicuramente, tra queste, come negli ultimi anni, c’è il Verona.
E’ il nostro humus, il nostro status. Sguazzare nella palude, creare trappole per gli avversari, rendere la vita dura a tutti. Abbassare le aspettative vuol dire rendersi conto che anche un pareggio a Pisa è un buon risultato. E persino il punto di ieri va accolto con benevolenza.
Il peccato del Verona contro il Cagliari è stato proprio di credersi superiore, di aver vinto la partita perché stava giocando meglio e creando tanto. Dall’altra parte il Cagliari, come fece il Sassuolo qualche settimana fa, è rimasto attaccato al match e alla fine ha gioito come se avesse vinto la Champions.
Questo bagno di umiltà è duro da digerire, me ne rendo conto, prima di tutto per noi tifosi che ci meriteremmo qualche soddisfazione di tanto in tanto. Ma è anche un monito: il Verona è una squadra costruita con un gap (altrimenti a destra al posto di Belghali non ci sarebbe un ragazzino dalla serie D…), che per arrivare all’obiettivo è costretta a fare i miracoli. Che non sono così scontati, come magari pensano dalle parti della Presidio Investors…

