E’ come tutte le vigilie: c’è tranquillità apparente. Solo apparente però. Ma non possiamo dire che non ci siamo abituati. Reggio Calabria, Piacenza, Spezia. In questi anni le abbiamo provate tutte. E ogni volta sembra un film nuovo. Mi ricordo a Reggio Calabria. Alla sera mangiammo al circolo della Vela, vicino al tavolino dell’arbitro Braschi. Volevano offrirgli il pranzo, lui pagò con la carta di credito. Gran gesto. Ci eravamo appena addormentati quando un terribile botto ci svegliò. Era scoppiata una bomba carta nella hall dell’Hotel.
Prima di Piacenza (era venerdì) trovai Malesani a due passi da Telenuovo. Si fermò con la sua auto, tirò giù il finestrino e mi disse: “Vanno come saette, non perdiamo mai”. Ho pianto dopo quella partita. Il lunedì andai a trovare Malesani a casa sua. Distrutto. Mai vista una scena del genere. A suo modo drammatica.
A La Spezia mi sembrava di ballare sul Titanic mentre ci si dirigeva verso l’iceberg. Dopo la sconfitta ridevano tutti. Boh, non ho ancora capito cosa ci fosse da ridere… Tutti sicuri di farcela. Retrocedemmo ancora e nel modo più drammatico possibile.Senza società, con l’allenatore in fuga e uno spogliatoio marcio dentro.
Adesso siamo di nuovo qui, ad un passo dalla C2. Le sensazioni sono le stesse. Paura, tranquillità apparente, adrenalina che cresce. E’ venerdì, non ho trovato Davide Pellegrini vicino a Telenuovo (buon segno?) e domenica soffrirò dallo studio durante la diretta. Metterò la mia giacchetta bianca da gelataio. Forza Hellas.
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