Dieci euro in più per l’abbonamento in Curva. Una pizza (margherita…). Due birre, forse (non da Leo Peschiera…). Dieci euro, francamente oggi non sono nulla. Ma è il principio che conta. E io dico che Corte Pancaldo ha sbagliato.
Ha pensato troppo alla contestazione (blocco degli abbonamenti, volantini, striscioni) o forse ci ha pensato troppo poco. Sicuramente Previdi ha perso un’occasione.
Perché, così come noi del Tggialloblu abbiamo appoggiato la rivoluzione di luglio tesa a cacciare i peggiori (ed esosi) giocatori della scorsa stagione, allo stesso modo vogliamo dire a Previdi e ad Arvedi che è sbagliato far pagare ai tifosi quello schifo di campionato appena concluso.
Anzi, è stato merito soprattutto loro, dei diecimila abbonati, dei cinquemila di Busto se il Verona non è finito malamente in C2. E a loro la società doveva tendere una mano. Proprio a chi l’anno scorso aveva fatto, a scatola chiusa, credendo ciecamente (sbagliando, ma per amore si può…) nelle promesse di Cannella e di Arvedi, di chi con orgoglio aveva manifestato la propria fede nei confronti dell’Hellas.
Insomma bisognava studiare un abbonamento particolare, una sorta di riconoscimento a chi nell’ultimo campionato si è sottoposto ad ogni sorta di “smarronamento” domenicale, assistendo a penosi e tristi spettacoli che nessun peccato avrebbe meritato come punizione.
Era anche il modo, banale forse, ma credo efficace, di tendere la mano ai contestatori, a quanti stanno chiedendo il blocco degli abbonamenti. Un modo per rasserenare un po’ gli animi e dare a Remondina e alla sua squadra la tranquillità necessaria richiesta proprio da Previdi. Dieci euro, non saranno nulla, ma è il principio che conta.
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