L’anno scorso, grazie a Cannella, Arvedi ha sborsato una valanga di milioni di euro. I contratti "regalati" ad alcuni giocatori erano di vergognoso livello considerato il rendimento. Quella squadra costata un’esagerazione per la serie C, ultima dal primo all’ultimo minuto del campionato, salva solo perchè qualche volta i miracoli avvengono, ha costretto Arvedi a ricapitalizzazioni forsennate.
Impossibile continuare con quel trend. Il Verona non è un ramo d’azienda per Arvedi, è solo un’idrovora mangia-soldi, soprattutto se gestito nel modo in cui è stato gestito. Insomma per evitare al Verona il fallimento e riportarlo (forse) sul mercato (nel senso di un’azienda che possa ancora essere acquistata da qualcuno) era necessaria una cura da cavallo.
Previdi e Prisciantelli hanno fatto questo. Hanno ridotto di un terzo gli stipendi, favorendo l’uscita di quei giocatori che costavano di più. Hanno acquistato giovani cercando di coniugare risultati e costi. Il Verona avrà dei soldi per le valorizzazioni e altri soldi arriveranno dal conteggio dei minuti giocati dai baby.
Ma non solo: se Arvedi vorrà, c’è anche la possibilità di costruire qualcosa per il domani. Campagna, Parolo, Bergamelli, Ceccarelli, Moracci, Tiboni, Gomez possono diventare l’inizio di un ciclo. Tutte le squadre vincenti degli ultimi anni sono state costruite così. Sassuolo, Cittadella, ma anche il Grossetto che sta veleggiando verso la serie A dopo essere stato vincente in C.
Non credo sia una bestemmia dire che, pur non brillando in modo particolare, a questo Verona manchino tre, quattro punti. La gara casalinga con il Lecco era da tre punti, quella con il Ravenna almeno da pareggio, forse si poteva vincere a Sesto, non era scandaloso pareggiare a Cremona. Con tre, quattro punti la classifica avrebbe tutt’altro sapore.
Nell’analisi critica possiamo imputare qualcosa a Remondina (deficit di personalità, preoccupanti alti e bassi, tanta confusione sia tattica sia "ideologica), ma nel giudizio dobbiamo tenere presente anche gli ostacoli con cui l’allenatore ha lavorato: tanti giocatori giovani, molti dei quali da costruire sia tatticamente, sia tecnicamente e una squadra rivoluzionata (a Sesto sono andati in campo sette undicesimi diversi rispetto alla scorsa stagione).
Arvedi, mi dicono, non è contento. Non lo siamo neanche noi e non credo lo sia Previdi. Però Arvedi nella sua analisi deve anche tenere conto di quello che lui ha speso per questa squadra. Se non lo facesse barerebbe con se stesso. Capisco se avesse preso Guidetti, Corona, Rantier, Biasi, Varricchio, Rabito e si trovasse a 12 punti: sarebbe giustissimo puntare l’indice su management e allenatore. Ma in questo momento "tagliare" il tecnico sarebbe una mazzata destabilizzante fino a provocare conseguenze pesantissime. Di tutto ha bisogno il Verona meno di una nuova rivoluzione societaria. Lo dico ora in tempi non sospetti. Così com’è il Verona, senza Previdi e Prisciantelli rischia di precipitare in Seconda divisione e senza nemmeno passare dal via.
A meno che Arvedi non abbia già pronti due o tre milioni di euro da buttare sul mercato a gennaio per rinforzare la squadra. Allora sarebbe tutta un’altra musica. Ma dubito che questi soldi ci siano in questo momento in casa Hellas…
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