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IL MIO SUPER-PAGELLONE

Finisce il 2008. Anno horribilis per il Verona. Ma forse l’anno da cui potrà nascere un Verona più forte. Ho provato a dare le mie pagelle ad alcuni protagonisti del calcio gialloblù. Chissà chi è d’accordo…

PIERO ARVEDI. Fa tutto male e anche di peggio. Tiene Cannella e gli affida il potere di firma riducendo l’Hellas sul lastrico. Poi innesca un’incredibile manfrina sulla cessione, prende Galli, Sarri e compagnia e si fa truffare da una banda di falsari. Alla fine si ravvede. La scelta di prendere Davide Pellegrini è solo sua. Prisciantelli gli fa conoscere Previdi e da questo momento il Verona cambia faccia. Il terribile incidente lo riduce in coma, il popolo gialloblù gli tributa comunque un applauso gigantesco. Oh issa, tien botta conte… VOTO 6.

DAVIDE PELLEGRINI. Buon senso. Usa tanto buon senso e il Verona, grazie anche al fattore C, riesce a salvarsi. Prima o dopo merita una ricompensa. VOTO 7.

NARDINO PREVIDI. Dice: "Prendetevela con me" e fa da schermo alla squadra. Caccia il peggio del peggio dallo spogliatoio e con Prisciantelli allestisce una squadra discreta a zero euro. Acciaccato e sofferente di più non poteva fare. VOTO 7,5.

RICCARDO PRISCIANTELLI. Idee tante, operatività di più. Lavora sotto traccia, si prende molte parole e poche ricompense. Con Arvedi i rapporti non erano più quelli di una volta, eppure è a lui che il conte telefona prima dell’impatto in autostrada. Ed è il primo ad arrivare al suo capezzale. VOTO 8.

GIOVANNI GALLI. Fugace apparizione. Sceglie Sarri e sbaglia. Non trova la punta. Aumenta i costi. VOTO 5.

GIUSEPPE CANNELLA. Per lui parlano i risultati. VOTO 2 meno meno.

FRANCO COLOMBA. Il Verona resta un rebus misterioso per questo allenatore pur gentile, disponibile ed educato ma molto sfortunato. VOTO 4.

MAURIZIO SARRI. Maniacale in allenamento, tenta di risollevare il Verona facendo la cosa più difficile: infarcendo di tattica una squadra che non sapeva fare nemmeno le aste. Non lo aiuta la fortuna e i metodi da sergente di ferro. VOTO 4.

DANIELE MORANTE. Bomber a parole. Quando arriva a Verona sembra la donna cannone. Segna un solo gol (play-out d’andata con la Pro Patria) ma guadagna come un nababbo. In più non accetta nessuna destinazione come una star viziata. Fortunato a non essere preso a calci nel sedere. VOTO 4.

ILYAS ZEYTULAEV. Passa la stagione in infermeria tra un acciacco e l’altro. Poi ad un certo punto si mette a giocare (bene) e verrà ricordato per il gol storico della salvezza di Busto. VOTO 6.

GIAN MARCO REMONDINA. E’ la faccia nuova del Verona. Previdi gli affida la squadra dopo Pellegrini e la pesante eredità sembra in un primo tempo travolgerlo. La pressione è tanta, forse più di quello che si aspettava, e i risultati non all’altezza delle attese legittime della piazza. Ad un certo punto, quando Arvedi sembra pronto al licenziamento, ha uno scatto d’orgoglio. Tira una linea tra lui, la proprietà e i suoi ragazzi. Da quel momento nasce un nuovo Verona. Sistema anche le cose dal punto di vista tattico e riporta un minimo di tranquillità che gli permette una crescita costante. Resterà anche con la nuova proprietà. VOTO 6

CHISTIAN TIBONI. Prendiamo lui come esempio del Verona nuovo corso. Quando gli parli di Hellas gli brillano gli occhi, il Bentegodi è il "suo" stadio, con i veronesi è feeling a prima vista. Segna sette gol, tre in una partita sola. Ha margini di miglioramento ancora inesplorati, può diventare un campione. Oggi come oggi firmerebbe per il Verona a vita. VOTO 7.

ANTONIO BELLAVISTA. Anima dello spogliatoio è l’anello di congiunzione tra i vecchi e i nuovi. "Soffre" all’inizio quando gli dicono che "non è Pirlo", risponde (con i fatti) che non è neanche un pirla. Randella, soffre, lott

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