Le cifre riportare dall’amministratore delegato del Verona Benito Siciliano sono da pelle d’oca. Acquistare il Verona, come avevamo raccontato durante la trattativa, è stata un’autentica follia. Ci sarebbe (c’è) da chiedersi che razza di proprietà abbiamo avuto in questi ultimi anni per creare una situazione così drammatica, ma purtroppo per noi, ha già risposto la storia: pessime. Verona ha subito un trattamento da orda barbarica o, se volete, ha subito lo stesso trattamento di Cartagine quando Scipione, dopo averla sconfitta, ci gettò sopra, affinchè non crescesse più nulla, pure il sale.
Ora Martinelli ha un compito durissimo. Deve spazzare via il sale e far germogliare nuove piante. Parallelamente deve garantire a noi tifosi di tornare subito alla vittoria. Per farlo deve investire pesantemente. A occhio e croce almeno un’altra decina di milioni di euro. Lo deve fare subito perchè nel frattempo il mondo va avanti e Verona non può stare così indietro. Ma è altrettanto evidente che se un uomo, un imprenditore come Martinelli, ha fatto questo passo, vuol dire che ha intenzione di far tornare grande il Verona e ritagliarsi, per sempre, un posto nella storia.
C’è un punto su cui bisogna battersi, anche per impedire che alcune sirene "tentatrici" possano indurre Martinelli ad accettare la fusione con il Chievo. Questa sarebbe la "scorciatoia" imprenditoriale per trovarsi una società in serie A o B, senza fare fatica. Ma è una scorciatoia, appunto. E per di più vomitevole dal punto di vista morale-sportivo. E’ necessario, quindi, creare attorno alla società un clima sereno affinchè altri imprenditori possano discutere ed entrare in società con Martinelli, allargando la base e vincendo gli egoismi tipici della nostra classe imprenditoriale veronese.
Mi pare che gli "alibi" che hanno retto fino a qualche mese fa siano caduti. E’ chiaro che nessuno sarebbe stato disposto ad entrare in società con Pastorello o con Arvedi, per diversi aspetti ritenuti "poco affidabili". Martinelli rappresenta invece una garanzia. Anche se il momento economico è durissimo e molti dei nostri imprenditori sono in "tutt’altre faccende affacendati", credo che ci sia lo spazio per un impegno concreto nell’Hellas Verona.
Il sogno sarebbe avere un gruppo di soci che affianca Martinelli per il bene dello sport e dell’Hellas Verona. Quattro, cinque imprenditori che avrebbero immediato beneficio dal punto di vista dell’immagine e che permetterebbero anche all’imprenditore di Castelnuovo di guardare avanti con più ottimismo.
Il fatto che Massimiliano Andreoli si sia già approcciato è positivo. Ma non basta. Lui come altri devono tangibilmente e concretamente far vedere che vogliono bene al Verona. Il tempo delle parole è finito. Vediamo adesso chi veramente è pronto a far partire un "new deal" gialloblù.
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