Una delle cose che più mi ha fatto incazzare negli ultimi anni è stata quella di addossare colpe e responsabilità dei fallimenti dell’Hellas sulle spalle dei tifosi.
Che è come dire: "cornuti e mazziati". E’ stato un incredibile sovvertimento del pensiero a mio avviso artatamente creato da qualche abile manipolatore. "A Verona non si può fare calcio" dicevano "perchè questa è una delle tifoserie più violente e più razziste d’Italia".
Era evidentemente un alibi per coprire malefatte di ogni risma. Ma l’idea ha fatto breccia. Prima sui media nazionali che cavalcavano questo stereotipo turandosi nasi, occhi ed orecchie quando fatti ben più gravi accadevano a Milano, Roma e Napoli.
E poi anche in città. Mi ricordo che c’erano imprenditori spaventatissimi che per giustificare il loro mancato sostegno al Verona ricorrevano alla ormai celebre frase: "Non mi posso impegnare perchè i tifosi sono troppo violenti". Anche altre istituzioni cittadine, politiche e finanziarie hanno usato tali argomenti per spiegare il loro mancato supporto.
Oggi però costoro sono stati sonoramente smentiti. E’ bastato, come ho sempre sostenuto, che alla guida del Verona arrivasse un imprenditore serio e normale come Giovanni Martinelli, perchè di colpo tutto cambiasse.
Dall’atteggiamento dei media nazionali, oggi molto più rispettosi e sinceramente colpiti dall’enorme seguito per una squadra di Prima Divisione, fino a quello della città che conta che è tornata a scoprire che l’enorme patrimonio dell’Hellas è rappresentato dai suoi tifosi, molto più intelligenti e responsabili di quanto qualcuno volesse far credere.
Oggi nessuno si sogna più di sostenere quelle aberranti tesi. Ed è la dimostrazione che quando il pesce puzza, puzza dalla testa. Ma oggi, quel pesce ha un buon profumo. Di fresco e di pulito.
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