Selva è tornato ed è una buona notizia. Non so quale sia la sua condizione generale, ma Andy è merce preziosa per il Verona.
Io credo però che la promozione passi di più dai piedi di un altro giocatore: Corrado Colombo. Ho una simpatia istintiva per Corrado che pure ho accolto con un filo di scetticismo per quel curriculum che non è da grande bomber.
Poi l’ho visto giocare e sono convinto che in Italia ce ne siano pochi come lui. Il fatto di non vederlo ad alti livelli, in qualche squadra di serie A, per me è un cruccio. Le storie tormentate però mi sono sempre piaciute. E in quel cigno dalle lunghe leve e dall’eleganza (calcistica) innata, c’è qualcosa che non riesco a capire. Dicono sia un fatto di testa. Può darsi. Colombo ha avuto per anni l’etichetta di promessa appiccicata addosso, ha giocato nell’Inter e nella Sampdoria, è stato in grandi spogliatoi e in grandi squadre. Ne ha cambiate tante, troppe. Non si è mai fermato per lungo tempo. Ora è approdato a Verona in tempi in cui esiste finalmente un grande progetto di rinascita e in cui lui ne può far parte. Da leader, da uomo gol, da giocatore fondamentale. In pochi barlumi, Colombo ha fatto capire che quando gira lui, il Verona diventa un orologio svizzero. Tempi di gioco, visione, capacità di far salire la squadra. L’importante è che lui stia bene, che sia in forma, che venga anche un po’… coccolato.
Ecco, la prima cosa che ho capito di Corrado è che un ragazzone simpaticissimo ma che ha molto bisogno del nostro affetto. Al contrario di Selva, che magari si carica anche con le critiche (essendo lui la "Belva…), Corrado ha il bisogno di sentire la gente al suo fianco. E’ sensibile all’onda emotiva che gli arriva dalla Curva, dai tifosi e forse ha scelto di venire a Verona perchè certo di trovare queste componenti.
Sa anche che basta un nulla per accendere questa piazza. Ora tocca a lui mettere fine a questo viaggio. E scoprire che l’America è a Verona…
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