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UN UOMO SOLO AL COMANDO

 Un anno fa Martinelli salvò il Verona dal fallimento. In tredici mesi, il presidente di Castelnuovo ha "risanato" il bilancio e costruito una squadra fortissima, lanciata verso la serie B. Ha speso tanto, tantissimo. Perchè i tempi lo richiedevano e perchè la priorità numero uno era di uscire da questa assurda categoria. E’ ora, però, di chiedersi che futuro avrà il Verona, quanti soldi Martinelli dovrà ancora sborsare e soprattutto se non è ora che Verona, la ricchssima Verona, pur in tempi di grave crisi economica, non s’impegni fattivamente e solidamente per supportare la società scaligera e il presidente.

Il Verona, e non temo smentite, è stato "abbandonato" a se stesso per troppi anni. Altre realtà venivano concretamente supportate mentre l’Hellas sembrava vivere ai tempi della peste di manzoniana memoria. Nessuno si avvicinava. Per due motivi essenzialmente. Il primo: i dirigenti dell’epoca non davano a eventuali partners sufficienti garanzie. Il secondo: si dava la colpa alla tifoseria (o una parte di essa), dipingendola becera, violenta e razzista. Questo alibi è stato abilmente fomentato anche dagli stessi dirigenti che guidavano il Verona e che volevano in tal modo spiegare i loro insuccessi sportivi e la nascondere la loro malafede.

Perseguendo un disegno che avrebbe dovuto portare ad una sola squadra, la città che conta ha lasciato che il Verona affondasse. Solo l’incredibile attaccamento della sua gente ha permesso di invertire questa strada che era già segnata. Una vera e propria Diga umana davanti ai progetti di fusione. Se anche l’ultimo tassello fosse stato sistemato, esasperando la gente del Bentegodi e tenendola fuori dallo stadio, oggi non ci sarebbe il Verona primo in Lega Pro.

Forse anche Martinelli, prima di entrare nel Verona aveva pensato che questo fosse il disegno migliore. Una sola squadra, quattrini garantiti dalle televisioni, il posizionamento nella geopolitica calcistica a ridosso delle grandi. Il disegno si è interrotto però bruscamente e ancora per merito dell’amore immenso dei tifosi che si sono messi di traverso a qualsiasi "porcata" di questo tipo. Martinelli ha così scelto di riportare il Verona in alto. Da solo. Per adesso. Ma credo sia arrivato il momento di scoprire le carte e vedere se quella famosa "città che conta" è ancora convinta che la fusione fosse la strada migliore e che ora lasci Martinelli "abbandonato" a se stesso per dimostrargli che quella era la cosa migliore da fare. Una vergogna non riscontrabile in nessuna città. Martinelli va affiancato. Ognuno secondo le sue possibilità. Altrimenti stavolta, tutti (politici e imprenditori) dovranno fare i conti con i quindicimila irriducibili del Bentegodi.

 

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