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E POI…

 Sarà una lunga scalata. Difficile. Non impossibile, ma durissima. Già uscire da questa palude chiamata serie C e poi Lega Pro si sta rivelando un’impresa. Mi chiedo, però, in questi giorni in che calcio approderà il Verona. Nel calcio dei diritti tivù, dei biscotti, di spettacoli indegni? Nel calcio delle televisioni, delle dichiarazioni tutte uguali, dei mercenari? Nel calcio che taglia fuori dalle decisioni più importanti coloro che lo alimentano e cioè i tifosi? Nel calcio dove comandano gli uffici stampa, staccato dalla gente, lontano dai campanili, una sorta di play-station virtuale dove non importa quanta gente ci sia sugli spalti ma quanto guadagni con le televisioni? Guardo ogni domenica il campionato di serie A. Una pastoia indegna, una panna montata televisiva dove lo spettacolo calcistico è pochissima cosa e dove uno stop diventa agli occhi del telecronista di turno un’azione "fenomenale". Sono tutti fenomeni, basta che uno faccia uno scatto o colpisca di esterno la palla. E’ questo il calcio dove stiamo andando? Lo so, sono pessimista e non dovrei occupandomi di calcio ed essendo questo anche il mio lavoro, oltre che una grande passione. Ma quando vedo e sento certi colleghi che fanno di tutto per far digerire alla gente questo calcio finto e brutto, invece di ribellarsi, mi vien voglia di alzare bandiera bianca. Poi vedo quindicimila veronesi sugli spalti per Verona-Giulianova. E mi torna un po’ di speranza…

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