A che punto è la costruzione del nuovo Verona? In stato avanzato, dopo la terribile scoppola di Pescara. E’ il momento, giocata la prima amichevole, di fare un primo bilancio.
1) L’ALLENATORE. Giannini mi piace. Ha lo spessore giusto per una grande piazza come Verona. Sa gestire il gruppo, trova le parole giuste. E’ ambizioso. Vuole giocare a calcio e questo è sempre un bene. Punta su un gruppo consolidato, giocatori che conosce bene. Il rischio è di creare uno spogliatoio a due corsie, ma lui lo sa e ha già messo le mani avanti. Nessun favoritismo. E’ troppo presto per giudicare il suo lavoro tattico. Per quello servirà almeno un altro mese.
2) LA DIFESA. Se si gioca a tre manca un giocatore, visto che Anselmi pare non rientrare più nei piani. Secondo me deve essere un giocatore veloce, duttile, intelligente. Scappato Emerson del Lumezzane (forte tecnicamente ma lento, forse troppo…), è indispensabile dare a Giannini questo difensore al più presto. E poi servono alternative.
3) IL CENTROCAMPO. Ottimo e abbondante. Esposito resta ed è convinto che sarà la sua annata. Se è così, molto bene. Ai suoi fianchi ci sono Mancini, Russo, Scaglia, Campisi, Garzon, Cangi, Campagna e Pugliese e una schiera di baby d’oro. Giannini ha una miniera tra le sue mani.
4) ATTACCO. Sono partiti Ciotola e Rantier, sono arrivati Le Noci e Ferrari. Manca ancora un bomber vero. C’è troppa abbondanza per i due posti. Può dare i suoi frutti giocare con il trequartista. Giannini ha provato lì Berrettoni e Colombo, che forse ha trovato il suo vero ruolo.
5) IL GRUPPO. L’ho già detto. Bisogna tagliare, sfrondare, limare. E bisogna farlo al più presto. Giusto convocare tutti, anche quelli che non rientrano nei piani, ma il vero capolavoro di Gibellini sarà proprio questo: cedere gli uomini che non servono più a Giannini e poi sistemare la rosa con le nuove esigenze.
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