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NON E’ COLPA DI TAFAZZI SE PENSIAMO SEMPRE MALE

 E’ da un po’ di tempo che credo che a qualche tifoso piaccia darsi delle tremende botte sugli zebedei, come faceva il buon tafazzi qualche anno fa in televisione.

La condizione di eterna “tregenda” in cui versa l’Hellas, pur poggiando su solide basi (spareggi persi, gol incredibili sbagliati, avventurieri e falsari che hanno bazzicato dalle nostre parti) ha trovato però un suo interprete nel tifoso perennemente insoddisfatto. Esempio: cosa veniva imputato l’anno scorso a Remondina? Di non cambiare mai modulo, di giocare sempre con il 4-3-3, di non sapere adattare la squadra quando ci sono le emergenze. Quest’anno c’è Giannini e l’accusa è esattamente l’opposto. Cambia troppo, non ha un modulo preciso, continua a cambiare gli uomini in campo.

Tornando alla scorsa stagione, se vi riguardate un po’ di post intorno a giugno-luglio, i commenti erano di questo tenore: “Via tutta questa masnada di traditori”. “Non ne voglio più vedere uno in campo”. “Mercenari, andatevene”. Giustamente la società ritiene che fare una certa “pulizia” possa essere un bene dopo quello che è capitato. Incredibilmente però, lo scontento di turno ribatte: “Si è cambiato troppo, non serviva una rivoluzione, ma solo dei ritocchi”. Gli stessi, magari sono poi quelli che danno addosso a Cangi-Esposito, cioè l’accoppiata facebook, a Rafael, a Ceccarelli e via discorrendo.

Non è finita. L’ultimo sport nazionale del tafazzi veronese è parlare per sentito dire. Appena finita la partita, ci sono dei commenti di questo tipo: “Io non ho visto la gara, ma secondo me Giannini è da cacciare”. Vivaddio, ma se non hai visto la partita come fai a dire una cosa del genere? Di più: ci sono quelli che parlano degli arbitri, degli schemi e solo perchè magari hanno guardato una sintesi o vista una clip.

Ora tutto questo sarebbe innocuo se non aumentasse un clima di assurdo pessimismo e di continuo affossamento delle speranze che è poi qualcosa da cui il calcio attinge per i suoi successi. La colpa, per carità, non è certo dei tifosi ma di chi in questi anni ha spezzato quel rapporto fiduciario che è indispenabile tra una società di calcio e il suo pubblico. E’  il danno più grande che hanno creato Pastorello, Cannella, Arvedi, Galli, Agnolin e via discorrendo. E se mi permettete a questo elenco ci aggiungo anche il dottor Nereo Bonato, sbarcato con un progetto biennale di rilancio e “scappato” dopo appena nove mesi, alla prima difficoltà della sua gestione. Così, mentre i tifosi del Verona si dividono e si arrabbiano tra di loro, qualcun altro… gode

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