Se Le Noci, se Pichlmann, se il Bassano… Se, se, se: il calcio è questo. Segna Le Noci a La Spezia, segna Pichlmann con il Bassano, il Verona avrebbe cinque punti in più e stasera saremmo qui a fare altri discorsi. Ma l’irrazionalità del calcio, fortuna e sfortuna, devono, per forza trovare delle spiegazioni, invece, attinenti e razionali. Anche se, lo dico chiaramente, è dura e difficile. Partiamo da questo dato. Il Verona merita la posizione in classifica. E forse merita anche di aver pareggiato con il Bassano. E la sconfitta di La Spezia. Quindi, ci sarebbe poco da dire. Invece qualcosa si può aggiungere. Giannini ha giocato senza sette giocatori “titolari”, assenze strategiche in ruoli chiave. Nonostante questo il Verona poteva vincere con lo Spezia e poteva vincere oggi con il Bassano. Il pareggio di oggi però ha il sapore di una sconfitta. Mi permettano i ragazzi gialloblù: ma perchè quel secondo tempo? La sensazione, dagli spalti, era che volessero ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Un calcolo sbagliato. Quella di oggi è una gara il cui copione in questi anni si sta ripresentando con terribile puntualità. Non è forse stata uguale a tante partite già viste al Bentegodi? Quella con il Cittadella, quella con il Portogruaro, quella con il Potenza? E’ impressionante ormai la sequenzialità e il ripetersi dello stesso film. C’è una squadra che gioca (la nostra), anche bene per una parte di partita, che però non ha la rabbia agonistica di chiudere il match. E una impassibile (gli altri) che aspetta solo di colpire. Spesso la pugnalata arriva all’ultimo minuto, quando la reazione è impossibile. Come risollevarsi? Non lo so, francamente. Non penso, neanche che un esonero di Giannini possa portare qualcosa di buono oggi come oggi. Temo, lo dico con onestà, che questo pareggio abbia fatto più danni della grandine su un vigneto di Amarone. Per alzare la testa serve gente vera, lottatori e guerrieri. Non la squadra spenta, stanca e demotivata del secondo tempo di oggi. Salerno ci aspetta. Se abbiamo i coglioni, tiriamoli fuori.
Gianluca Vighini
Gianluca Vighini inizia giovanissimo a perseguire la sua grande passione: il giornalismo. Già a 16 anni collabora con Tele Valpolicella dove si occupa di sport e conduce varie trasmissioni sportive.
Dopo la maturità classica si iscrive a Scienze politiche e inizia a collaborare con il Gazzettino e la Gazzetta dello Sport. A 21 anni, dopo essere diventato giornalista pubblicista, viene assunto dal gruppo Telenuovo dove inizialmente è redattore al settimanale Nuovo Veronese. Qui cura le pagine sportive e di cronaca bianca. Nel 1987 inizia anche a collaborare con la televisione. Nel 1988 entra nella redazione di Telenuovo dove diventa giornalista professionista a 25 anni. Si occupa di cronaca nera seguendo, tra l’altro, il rapimento di Patrizia Tacchella.
Nel 1991 partecipa alla nascita del Nuovo Veronese quotidiano di cui diventa il responsabile delle pagine sportive seguendo come inviato l’Hellas Verona.
Nel 1998 diventa caporedattore di RTL Venezia, costola regionale di RTL 102.5. Dopo una breve esperienza a Roma dove dirige le pagine sportive di Liberazione, torna a Telenuovo dove inizia a condurre varie trasmissioni sportive e in coppia con Luca Fioravanti, vara il tg sportivo Tg Gialloblu. Su indicazione dell’azienda fonda anche Tggialloblu.it, il primo sito sportivo veronese.
Dirige e conduce la popolare trasmissione Alé Verona e ha ideato la trasmissione Supermercato. Da aprile 2021 è il direttore delle testate online di Telenuovo.
E’ anche un grande appassionato di cucina.
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