Non conosco e non so chi sia il signor Parentela. Mi dicono sia nato a Catanzaro, che sia un broker, che viva a Bologna. Mi è parso un signore colorito e appassionato di calcio. Pare sia stato presentato a Martinelli da Gigi Busatta. In società non è ancora entrato. Ma entrerà presto ci ha detto e non è escluso che prenderà la maggioranza.
Mi perdoni Parentela se, dopo quello che ho visto in questi anni, affronto la faccenda con un pizzico di scetticismo. Capisco che il mondo è sempre più la nostra città, che parlare ancora di steccati e di "territorialità" sia forse fuori dal tempo.
Non capisco, però, perchè ancora una volta accanto a un imprenditore veronese (continuo a dire: "Teniamocelo stretto") non ci sia stato oggi un imprenditore di Verona e non un broker di Catanzaro. Non me lo spiego. Martinelli è una persona affabile, seria, onesta. Un interlocutore privilegiato per chiunque voglia entrare in questo mondo. Eppure nessuno si è mosso, nessuno lo ha avvicinato. Molti quaquaraquà, nessun uomo di spessore e di concretezza. Verona città, ancora una volta, appare ferma, immobile, incapace di fare sistema attorno alla sua squadra di calcio che solo la retorica e la facile demagogia continua a definire "la prima squadra della città, quella dei veronesi".
La verità, cruda e forse dura da accettare, non è ahinoi questa. E il signor Parentela ce l’ha svelata con sorprendente facilità.
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