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L’ULTIMO TRENO

 Credo che il Verona abbia visto sfilare a Como l’ultimo treno per dare un senso a questa stagione. Sarò pessimista, ma l’impressione è questa. Quando sprechi un rigore, quando nonostante una gara brutta vai in vantaggio, quando non sei in grado di gestire questo vantaggio, vuol dire che sei incapace di "girare" la stagione. Il Verona il suo "bonus" lo ha già sprecato nel girone d’andata. Adesso non doveva sbagliare più niente. E invece ha sbagliato ancora, incapace persino di cogliere quei segnali che la buonasorte gli ha dispensato a piene mani in queste ultime gare.

C’è da chiedersi allora, perchè il Verona non sia diventato una vera squadra. Analizziamo punto per punto gli alibi (perchè ragazzi di alibi si tratta…) che di volta in volta vengono usati per sottrarre questi giocatori alle loro responsabilità.

1) ALIBI NUMERO 1: E’ COLPA DI GIANNINI. Sicuri? Magari può essere vero, però Giannini nelle interviste non ha mai accusato la squadra e ha sempre detto: "E’ colpa mia". Non ha mai risparmiato nulla d’altro canto ai giocatori nel chiuso dello spogliatoio tanto che quando se n’è andato abbiamo sentito dire che i suoi modi alla "romana" non sono stati capiti da qualcuno del gruppo particolarmente sensibile. S’è detto che ha fatto tanta confusione, anche tattica. In realtà forse ha solo cercato un bandolo della matassa, quando ha capito che il materiale a disposizione non era granchè, soprattutto dal punto di vista della personalità. Con Mandorlini qualcosa è migliorato dal punto di vista dell’impegno, ma la squadra non è decollata. Anzi, dopo sette gare a Como è di nuovo planata nella mediocrità.

2) ALIBI NUMERO 2: E’ COLPA DELLA SOCIETA’. Se ci riferiamo alle scelte può essere vero. La società è responsabile di aver scelto Giannini, questi giocatori e poi Mandorlini. Ma se la guardiamo dal punto di vista strettamente professionale (rapporto società-giocatori), il Verona è una società modello. Stipendi pagati regolarmente, squadra messa sempre nelle migliori condizioni organizzative per allenarsi al meglio. Altre squadre (vedi Bologna) si sono cementate in mezzo a disastrose condizioni societarie. Al Verona, dove non esiste nessun problema economico, sembra che questa condizione sia diventata quasi un handicap. Assurdo in tempi in cui metà della società non sa se finirà il campionato e dove ci sono giocatori che non prendono gli stipendi da mesi.

3) ALIBI NUMERO 3: E’ COLPA DELL’ASSENZA DEL PRESIDENTE. Martinelli non sta bene (in bocca al lupo presidente) e per forza di cose non può essere presente con assiduità nelle scelte societarie. Quindi si imputa a questa forzata assenza i risultati scarsi. In realtà questo dovrebbe essere, in una squadra appena dignitosa, un collante eccezionale. Quale miglior molla, quale miglior stimolo, di giocare per il presidente, per ripagare la sua passione, per compensare i suoi sforzi? Anche questo dunque è un alibi che non regge.

Questo per dire, che spesso, troppo spesso, un po’ tutti ci dimentichiamo che ad andare in campo sono i giocatori, non gli amministratori delegati, i direttori sportivi, gli allenatori. E che tante volte, troppo spesso i giocatori vengono "salvaguardati", come se la colpa non fosse mai loro. Scrivo questo, nella speranza che questa squadra si guardi finalmente allo specchio, capendo che la dignità è un requisito minimo per ogni professionista. Qualsiasi lavoro faccia. A maggior ragione se fa il calciatore e rappresenta l’Hellas Verona.

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