Mentre scrivo non so ancora se Tiboni verrà a Verona. Francamente spero di sì. Negli ultimi anni il “Tibo” è quello che ha acceso di più il mio entusiasmo. E’ un puledro di razza, uno che quando era alle giovanili dell’Atalanta figurava nell’elenco dei talenti cristallini.
A Verona ha fatto otto reti (partendo spesso dalla panchina) ed è il capocannoniere gialloblù degli ultimi anni. Mi fece impazzire quando tirò il rigore col cucchiaio. Una lucida follia che appartiene solo a chi sa di avere qualità superiori. In questi anni mi sono sentito spesso con lui.
Beh, vi dico la verità: non ho mai sentito uno così tanto attaccato alla maglia del Verona. Così attaccato da rinunciare ad una carriolata di soldi pur di tornare qui. Non so se posso svelare un piccolo retroscena… Ma lo faccio lo stesso, perchè forse spiega chi è Tiboni più di centomila parole.
L’anno scorso l’Atalanta voleva mandarlo in una squadra veneta, una società seria, dove gli attaccanti fanno sempre bene. Tiboni ha rifiutato perchè quella squadra ha poco pubblico e lui, amante della Curva Sud come pochi, non riesce a giocare se lassù non vede tifosi “accesi” come quelli gialloblù. Tutti gli dissero che era matto. Il procuratore, l’Atalanta, i suoi amici. Tibo tirò su le spalle e disse: “Si sono matto come i veronesi”. Esattamente uno di noi.
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