Il rischio di sprofondare dentro un baratro c’era ed era fortissimo. Il Verona si è risollevato ma, come si dice, una rondine non fa primavera. Anche perché troppe volte quest’anno non appena ne abbiamo avvistata una siamo stati ricacciati indietro nel tempo.
Come dice Mandorlini, il Verona non può commettere errori. E quando giochi sempre con l’acqua alla gola puoi sbagliare l’approccio. Questa situazione, però, il Verona se l’è creata da solo. E da solo ne deve uscire. Parlando poco (giusto il silenzio stampa, basta con la litania “andiamo in campo per vincere”) e facendo molti fatti. Dicono che Mandorlini alleni controvoglia questa squadra perché non rafforzata a dovere. A parte che è tutto da dimostrare che Tiboni, Napoli e Peretti non siano buoni acquisti, mentre Godeas sì…
Se così fosse, allora il tecnico romagnolo dovrebbe dare immediatamente le dimissioni. Non sarebbe leale e professionale allenare una squadra in cui non credi. Io non penso che sia così. Quando ho chiesto al mister se queste voci avessero un fondamento mi ha riso in faccia e risposto che lui è qui per un obiettivo ben preciso, facile da intuire. Vedo un allenatore ferocemente impegnato a dimostrare che questa squadra ha ancora qualcosa da dire.
Le sue scelte hanno dimostrato che la rosa ha tante alternative e che i giovani possono dare linfa vitale, alzando contemporaneamente il livello agonistico. Nessun peana, ma solo realismo. Andiamo a Cremona per dare un senso al nostro campionato.
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