Comunque vada sarà un successo. Non fraintendetemi: voglio dire che qualsiasi cosa dovesse accadere da qui alla fine della stagione, il Verona sa che Mandorlini sarà il suo punto fermo. Il mister ha raccolto una squadra allo sbando e l’ha portata in zona play-off. E se questo campionato oggi ha ancora un senso, è soprattutto per merito suo che ha compattato tutto l’ambiente fino a far cambiare idea alle valutazioni d’inizio stagione sulla forza della squadra.
E’ chiaro che Mandorlini è un allenatore di categoria superiore. Lo si vede da come gestisce i momenti difficili, da come lavora, dal rapporto che ha instaurato con i media e con la tifoseria. Ha avuto un solo momento di appannamento, in mezzo al mercato di gennaio, quando ha dato l’impressione di pensare più ai rinforzi che a far rendere la squadra che aveva in mano.
Non appena è terminato questo periodo, Mandorlini si è dedicato a valorizzare il materiale che aveva a disposizione. E bisogna dire che ha fatto in molti casi dei miracoli. Ha ridato dignità di calciatore ad un ragazzo come Ferrari, ha fatto apprezzare un serio professionista come Abbate, ha riportato anche chi era stato fino a questo momento fuori dal gruppo (Garzon) dentro al suo progetto. Ha creato, insomma, una buona base di partenza, una squadra che ha ancora dei limiti (soprattutto caratteriali) come s’è visto domenica, ma che ora ha un senso e una finalità.
Se pensiamo che Mandorlini è arrivato dopo la gara con la Salernitana all’andata, quando il Verona aveva dilapidato un patrimonio incredibile e che per sfortuna il suo "impatto" non è stato dei migliori (pensate solo se si fossero vinte le gare con Sorrento e Spal…), si capisce che il tecnico di Ravenna ha comunque fatto un’impresa. Per questo, a mio avviso, anche se il Verona non dovesse arrivare in serie B quest’anno (opportuna grattatina sotto la scrivania…) c’è comunque una buona base da cui ripartire. E Mandorlini di questa base è il primo tassello.
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